L'ingegnere Edoardo Broglia: «Rider per uscire durante il lockdown: rifarei tutto, che forza quella volta che sbagliai consegna»

L'ingegnere Edoardo: «Rider per uscire durante il lockdown: rifarei tutto, che forza quella volta che sbagliai consegna». Edoardo Broglia
SAN BENEDETTO - Trentacinque anni, ingegnere gestionale, Edoardo Broglia è stato tra i rider storici della Riviera «perché ebbi la bella idea di aprire la...

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SAN BENEDETTO - Trentacinque anni, ingegnere gestionale, Edoardo Broglia è stato tra i rider storici della Riviera «perché ebbi la bella idea di aprire la partita Iva per la mia professione quattro giorni prima del lockdown e, ovviamente, rimasi a piedi». Così decise di utilizzarli quei piedi, così come la bicicletta ma anche il monopattino e, all'occorrenza, l'automobile. Diventando primi a passare da un locale all'altro e da una casa all'altra. «Una gioia - racconta - perché per molti in quei momenti bui ero l'unico essere umano con il quale avevano un contatto, seppur da lontano».

La piattaforma Alfonsino

Per lo stesso Edoardo essersi loggato sulla piattaforma Alfonsino che va per la maggiore nella provincia Picena, è stato una forma di socializzazione o, comunque, il metodo per non deprimersi dentro le quattro mura. «Confesso che ho deciso di fare questo lavoro perché così avevo un buon motivo per non restare tappato in casa. Poi ci ho preso gusto». Già perchè, al contrario di come forse viene raccontato, quello del rider può non essere un lavoro sfruttato e sotto pagato ma offre una certa soddisfazione. Magari se si è giovani e baciati da un approccio positivo alla vita. 

Mille euro al mese

«Riuscivo a tirare su anche intorno ai mille euro perché avevo un contratto da co.co.pro a tutti gli effetti. Anzi, venivamo coperti dall'Inail anche in caso di incidenti, non è malaccio. Per questo lo consiglio a tutti i ragazzi. Se fai lo studente e hai bisogno di qualche soldo è l'ideale. Certo, bisogna dare la disponibilità per consegne il sabato sera, più si è attivi e meglio è però almeno 5-600 euro sono garantiti». Insomma, un po' il contrario di quanto emerge dai racconti. Ma come mai passa invece tutt'altro messaggio? «Perché come al solito c'è chi se ne approfitta - spiega Edoardo -. Chi, ad esempio, ha il cosidetto codice (cioè l'autorizzazione della ditta tramite la App) e poi subappalta, diciamo così, il lavoro facendoci la cresta. A volte vengono impiegati per questo gli extracomunitari».

Non sempre tutto finisce bene

C'è anche da dire che in un territorio come quello delle Marche è un po' difficile questa sorta di caporalato anche perché tra un ordine fatto su App e la consegna possono passare anche mezzora o tre quarti. Ma non sempre tutto finisce bene. «Una volta ho avuto un incidente - ammette Edoardo -. Ma non scorderò mai quella volta che sbagliai consegna. Il cliente infatti si era geolocalizzato ma non aveva indicato il numero civico. Io suonai al campanello affianco dove, guarda caso, il proprietario dell'appartamento stava festeggiando il suo compleanno. Immaginò che era un regalo, quello del locale che mi mandava per la consegna perché è amico del proprietario, così il giorno dopo l'ha chiamato per ringraziare...e si è scoperto tutto. Alla fine il festeggiato ha deciso di restituire al vicino di casa la cena mai arrivata!» Avrebbe ancora tanto da raccontare Edoardo di un lavoro che per certi versi rimpuange. Ora però è cresciuto ed è arrivato il momento di tornare a far fruttare quella laurea specialistica che ha conseguito alla Politecnica delle Marche. «Scusami se devo andare - dice davanti a un caffé - ma sto per firmare un importante contratto con una società estera e ci andrei anche stavolta...di corsa».

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Corriere Adriatico