Regione, più di 100 milioni per internet a banda larga anche nell'entroterra

Regione, più di 100 milioni per internet a banda larga anche nell'entroterra
ANCONA – L’obiettivo è quello di portare Internet a banda larga  nelle zone interne, in particolare nelle aree produttive, della Regione. Un progetto...

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ANCONA – L’obiettivo è quello di portare Internet a banda larga  nelle zone interne, in particolare nelle aree produttive, della Regione. Un progetto imponente che però poggia sulla base solida di oltre 105 milioni di finanziamento, per gran parti fondi europei.


Il progetto rientra negli interventi previsti dal nuovo Piano telematico regionale, approvato oggi dall'Assemblea legislativa, su proposta della Giunta regionale delle Marche. L'obiettivo, in conformità con le indicazioni dell'Agenda digitale europea e delle previsioni del precedente Piano telematico 2008, è di arrivare entro il 2020 alla copertura del 100% della popolazione marchigiana con servizi a banda ultra larga di almeno 30 Mbps e dell'85% con quelli da almeno 100 Mbps. «Il primo passaggio riguarderà le aree, per lo più interne, dove le infrastrutture di rete sono inesistenti e dove è necessario l'intervento pubblico per realizzarle» spiega il vice presidente e assessore all'Agricoltura, Anna Casini. Senza l'aiuto del pubblico - sottolinea l'assessore all'Informatica Fabrizio Cesetti, «l'operatore privato non sarebbe interessato a intervenire, vista lo scarso ritorno dell'investimento che, invece, è essenziale per sostenere il rilancio economico e sociale di un'ampia porzione del territorio nazionale e regionale».


Per consentire di raggiungere il primo obiettivo del nuovo Piano telematico entro il 2018, la Giunta regionale ha approvato ieri lo schema di Accordo con il Ministero dello Sviluppo economico e le convezioni operative per utilizzare le risorse nazionali assegnate alle Marche con il Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020. Sono circa 72 milioni di euro che vanno ad aggiungersi agli 11,5 milioni della nuova programmazione del Por Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e ai 21,5 del Programma di sviluppo rurale (Psr Feasr 2014-2020) stanziati dalla Regione fino al 2020. Risorse - spiega Cesetti - «che mettiamo in gioco per investire nello sviluppo delle reti di nuova generazione, partendo dalle realtà territoriali e produttive meno servite». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico