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ANCONA - Nei corridoi della Regione è già partita la gara al soprannome. C’è chi lo ha ribattezzato il “sopravvissuto”, altri sono andati sul cinematografico (“highlander”). Fatto sta che Andrea Bordoni, senigalliese alla soglia dei 63 anni (li compirà il 25 gennaio), è uno dei pochissimi della vecchia guardia rimasti in sella ai vertici della Regione (o delle sue aziende partecipate, come in questo caso) dopo il lungo percorso di spoil system che il centrodestra ha adottato dal suo ingresso.
La nomina a settembre 2019
Nominato a settembre del 2019 per restare fino al termine del mandato di Ceriscioli, Bordoni strappa la sua terza proroga a tempo dopo quelle che sono state firmate dalla giunta regionale di Acquaroli.
Separare i due esercizi
«Tale tempistica - spiega proprio la delibera 1679, una delle ultime del 2021 - consentirebbe infatti anche di separare i due esercizi dal punto di vista della gestione contabile del bilancio, in coerenza con la nuova natura giuridica dell’Agenzia». Per garantire quindi il funzionamento dell’ente in questa fase di transizione, che peraltro implica anche una trasformazione della natura giuridica e la definizione di nuovo assetto organizzativo dell’Agenzia, è necessario mantenere continuità nella direzione. E Bordoni può garantirla all’assessore Carloni. Bordoni ha in carico il settore Politiche faunistiche, venatorie e ittiche – SDA Pesaro Urbino e anche la posizione di funzionale intitolata Servizio fitosanitario regionale e agrometereologia.
a. t.
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Corriere Adriatico