Dall’infiorata al saltarello, così rinasce la “tabella C”. Da "marchetta" a Pdl per il «sostegno della tradizione», ecco che cosa è successo

Dall’infiorata al saltarello, così rinasce la “tabella C”. Da "marchetta" a Pdl a sostegno della tradizione, ecco che cosa è successo
ANCONA - Dalla valorizzazione delle infiorate artistiche, «quale espressione del patrimonio culturale immateriale della Regione», a quella del saltarello,...

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ANCONA - Dalla valorizzazione delle infiorate artistiche, «quale espressione del patrimonio culturale immateriale della Regione», a quella del saltarello, «aspetto identitario della comunità marchigiana, della cultura e della tradizione popolare musicale regionale», passando per la fisarmonica, con tanto di giornata dedicata. In quasi un anno di lavori - la seduta di insediamento del Consiglio regionale a guida centrodestra si è tenuta lo scorso 19 ottobre -, i nuovi inquilini di Palazzo Leopardi, molti dei quali neofiti dell’ente, hanno iniziato a cimentarsi con la produzione di proposte di legge. 

 

 
Le battaglie
Ed in alcuni casi hanno mostrato un lodevole spirito creativo. Prendiamo l’ultima in ordine di tempo: quella sulle infiorate presentata dal gruppo della Lega il 22 settembre. Nella relazione di accompagnamento, si legge come lo scopo dell’articolato sia «tutelare, valorizzare e promuovere l’antica tradizione, molto diffusa e sentita nelle Marche, rappresentata dalle suggestive infiorate artistiche realizzate in occasione della festa religiosa del Corpus Domini, una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Si tratta di un rito tramandato da generazioni, in cui fede, arte e natura si incontrano». 


Le motivazioni
E per centrare questo obiettivo, si chiedono 50mila euro per il 2022. Poi c’è la pdl sulla «Tutela e valorizzazione del saltarello tradizionale marchigiano» - sempre partorita dalla Lega – approvata a maggioranza in commissione Affari istituzionali il 20 settembre. In questo caso, nel dossier allegato alla pdl, viene spiegato che, «la riscoperta dei “suoni antichi”, come risorsa storica da riportare in auge e far apprendere e apprezzare alle nuove generazioni, contribuisce alla costruzione di un’identità umana in simbiosi con la tradizione del territorio». 


I progetti 
Per riportare alla gloria questi “suoni antichi” servirebbero, per il 2021, appena 20mila euro. Restando in tema musicale, è già diventato legge, dopo l’approvazione unanime in aula del 14 settembre, l’articolato sulla valorizzazione della fisarmonica, che va a modificare una normativa del 2016 e ha una copertura finanziaria di 50mila euro per il 2021, mentre a febbraio era stata approvata all’unanimità la legge per il riconoscimento di Fabriano come città della carta e della Filigrana, e di Ascoli Piceno e Pioraco come città della carta. In questo caso, al servizio Bilancio si chiedono appena 20mila euro per il 2021. Non c’è niente di male nel valorizzare saltarello ed infiorate, anzi. Ma qual è la differenza rispetto ai 50 mila euro per la «formazione dei giovani e la diffusione della musica popolare» ed ai 30mila euro per la «valorizzazione dei dialetti», inseriti nella famosa tabella C che, nelle precedenti legislature, veniva allegata al bilancio di previsione pluriennale? 


Le differenze


Tabella C che l’ex assessore regionale al Bilancio Fabrizio Cesetti (Pd), definiva come «esigenze organiche del territorio», mentre le opposizioni in Consiglio, più pittorescamente, chiamavano “marchetta”. Oggi quelle opposizioni – almeno in quota centrodestra – sono al potere ed i più maliziosi notano un tocco gattopardesco nel trasformare in proposte di legge quelle stesse «esigenze organiche del territorio»“ (cit.).

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Corriere Adriatico