Quindici milioni dalla Regione alle imprese piegate dal Covid. Sono 1609 quelle ammesse. Ecco cosa dovranno dimostrare per avere i soldi

L'assessore Guido Castelli
ANCONA - La resilienza delle micro imprese che non si sono lasciate spazzare via dalla pandemia. L’effetto domino del Covid sull’economia ha rischiato di cancellare...

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ANCONA - La resilienza delle micro imprese che non si sono lasciate spazzare via dalla pandemia. L’effetto domino del Covid sull’economia ha rischiato di cancellare molte piccole aziende già in difficoltà perché operative in un contesto di crisi industriale o nel cratere del sisma, ma c’è chi ha tenuto botta e, su queste situazioni particolari, la Regione ha tarato un bando da 15 milioni di euro – con fondi europei Fse – finalizzato anche al mantenimento dei posti di lavoro.

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All’appello hanno risposto in 4045 e, nei giorni scorsi, si è chiusa l’istruttoria di ammissibilità: saranno 1609 le imprese che riceveranno i finanziamenti entro l’anno, ma Palazzo Raffaello non esclude una nuova tranche di finanziamenti per far scorrere la graduatoria, magari inserendola nella “manovra Covid” attesa in autunno. 


Le domande
Le richieste hanno infatti superato di molto la copertura finanziaria prevista dal bando, arrivando ad un totale stimato tra i 60 ed i 70 milioni di euro. «Beneficiarie, in misura prevalente – spiega l’assessore alle Aree di crisi complessa e alla Ricostruzione, Guido Castelli -, saranno le microimprese attive negli ambiti del terziario, cioè i settori economici maggiormente penalizzati dal blocco o dalla sospensione delle attività a causa dell’emergenza epidemiologica in territori già fortemente provati da crisi preesistenti. Ma non mancano aziende della manifattura, sempre di piccole dimensioni».


L’autocertificazione
Una misura di sostegno al reddito e «di protezione del lavoro – puntualizza il titolare della delega – perché è indirizzata a favore di quelle imprese che hanno attivato ammortizzatori sociali per almeno tre mesi, anche non continuativi, per ciascun dipendente per cui hanno chiesto il contributo, e che, al momento della presentazione della domanda, hanno fatto rientrare il suddetto lavoratore e ne garantiscono il mantenimento in organico anche nei successivi tre mesi». Il contributo sarà un una tantum a fondo perduto, parametrato su tre fasce a seconda della tipologia di contratti: 7500 euro a persona in caso di full time, 3750 euro se si tratta di part time al 50% e 2250 euro se è un part time al 30%.


Le fasce


Entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto dovranno essere le aziende a mandare l’autocertificazione dell’avvenuta assunzione, con la quale accetteranno il contributo. Da registrare che in diversi hanno declinato perché non hanno provveduto all’assunzione o il dipendente ha rinunciato al lavoro, e sono stati commessi errori da parte dei consulenti in sede di compilazione del bando, confondendo dati o aziende. Tuttavia la Regione ha specificato che «nel caso in cui vengano accertate nuove disponibilità di fondi, anche a seguito di revoche o rinunce, le stesse potranno essere assegnate ai progetti collocati in posizione utile in graduatoria, ma non finanziabili attualmente per esaurimento delle risorse». Per i complessi controlli, in particolare delle buste paga di tutti gli aventi diritto, il decreto di impegno di spesa non potrà essere emesso prima di novembre/dicembre.

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Corriere Adriatico