Avvisi di garanzia per i morti dell'alluvione, i sindaci della Valmisa: «Non siamo dei veggenti, eravamo tagliati fuori. A posto con la coscienza»

Avvisi di garanzia per i morti dell'alluvione, i sindaci della Valmisa
ANCONA Un fulmine a ciel sereno per i sindaci della vallata apprendere ieri di essere passati da vittime dell’alluvione del 15 settembre 2022 a indagati, perché la...

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ANCONA Un fulmine a ciel sereno per i sindaci della vallata apprendere ieri di essere passati da vittime dell’alluvione del 15 settembre 2022 a indagati, perché la procura de L’Aquila ipotizza nei loro confronti delle responsabilità, descritte negli inviti a comparire per l’interrogatorio presso il comando dei Carabinieri forestali di Ancona. Nessuno se l’aspettava. «Ora si verificheranno bene gli addebiti – interviene Riccardo Pasqualini, sindaco di Barbara –. Sono sereno relativamente a quello che si dovrà affrontare a livello legale perché quando ho avuto notizia di ciò che stava accadendo il peggio era già successo. Anzi tutti gli sforzi in quel momento erano rivolti a chiedere soccorso per salvare Simone». 


Né luce, né web


La comunità di Barbara ha perso il piccolo Mattia Luconi di appena 8 anni, Noemi Bartolucci e Brunella Chiù rispettivamente sorella e madre di Simone Bartolucci, scampato alla tragedia. «Tra l’altro ricordo che in quella maledetta sera eravamo completamente isolati – prosegue il sindaco di Barbara, in merito alle mancate comunicazioni ipotizzate dal pm aquilano Picuti – e nella zona alluvionata la linea telefonica e internet erano inesistenti quindi era impossibile comunicare con qualcuno. Comunque vedremo cosa ci viene precisamente addebitato. Ho fiducia nella giustizia e sono certo che tutto verrà chiarito nel migliore dei modi. Nessuno ci aveva avvisato e non era stata emessa nemmeno l’allerta meteo, come potevamo prevedere ciò che sarebbe accaduto?». 


Parla al plurale Riccardo Pasqualini, solidarizzando con altri colleghi indagati. «Siamo tutti sulla stessa barca – conclude – abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità non essendo dei veggenti». Pensiero comune nella vallata. «Sono rimasto sorpreso da questo avviso di garanzia, non me l’aspettavo – interviene Dario Perticaroli, sindaco di Arcevia –, affronterò la vicenda con serenità e determinazione perché so di aver fatto tutto il possibile. Non era stata diramata l’allerta e nessuno ci aveva avvisato, anzi sono stato proprio io a dare l’allarme». Il sindaco di Arcevia è stato il primo ad avvisare la Regione, come emerso anche dai tabulati telefonici consegnati ai carabinieri forestali.


I sopralluoghi


«Alle 18.50 avevo chiamato i carabinieri – ricorda Perticaroli – e la mia protezione civile era già sul posto per monitorare la situazione poi alle 19.23 ho dato l’allarme avvisando la sala operativa della protezione civile regionale, a cui ho comunicato le forti piogge e il problema sulle strade e i ponti. Ho chiamato con il mio cellulare che era l’unica via di comunicazione rimasta, non avendo più elettricità e internet». 


Non si rimproverano nulla i sindaci, certi di aver fatto tutto il possibile. «Non me l’aspettavo proprio – aggiunge Letizia Perticaroli, sindaco di Serra de’ Conti – l’impegno, fin dal primo momento, è stato quasi sovrumano». Con loro tra i 14 indagati, per collaborazione in omicidio colposo plurimo, ci sono anche i sindaci di Trecastelli, Marco Sebastianelli, di Ostra, Federica Fanesi, e di Castelleone di Suasa, Carlo Manfredi. Ieri, hanno preferito non commentare.
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Corriere Adriatico