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ANCONA - A ieri, il livello di saturazione dei reparti intensivi nelle strutture ospedaliere marchigiane era pari al 60,8%, a fronte di una soglia critica fissata al 30%. Per l’area medica, invece, il tasso di occupazione dei posti letto era del 59,3%, su una soglia del 40%. Numeri che raccontano di una situazione ancora molto pesante e dunque la guardia deve restare alta, ma ad accendere la speranza è l’andamento di picco, secondo il quale l’ora più buia sarebbe ormai alle spalle.
L'analisi degli esperti
«Sia il picco di incidenza che quello dei ricoveri sono passati, anche se il dato andrà ovviamente verificato nei prossimi giorni», fa il punto il dottor Marco Pompili, direttore dell’Osservatorio epidemiologico regionale. Sul tasso di incidenza di casi positivi, le Marche sono dunque in fase regressiva e lo stesso vale per le ospedalizzazioni, benché l’andamento sia più chiaro nei reparti intensivi rispetto a quelli di Area medica. Ma vediamo nel dettaglio qual è la situazione, partendo dai Pronto soccorso, la prima linea del fronte che per giorni è stata sotto fortissima pressione, con ambulanze in fila per ore in attesa di poter affidare i pazienti Covid alle strutture pressoché sature. In questo segmento della filiera ospedaliera, il picco è stato toccato lo scorso 22 marzo, quando si sono registrati 151 accessi in stand by in tutta la regione. Ieri, lo stesso dato si è assestato sulle 105 unità, e dunque appare ben visibile la regressione.
Lo smaltimento dei pronto soccorso
«Rispetto agli altri reparti, il pronto soccorso è più avanti in termini di alleggerimento dei flussi di arrivo», spiega Pompili.
La conferma dai prossimi giorni
In altre parole, per quanto concerne l’Area medica, non è ancora del tutto chiaro si il picco sia stato raggiunto o meno. «Questi dati andranno confermati nei prossimi giorni – ribadisce Pompili –, ma almeno nei reparti intensivi e semi intensivi il picco pare proprio che sia alle spalle. In Area medica, invece, l’andamento non è altrettanto chiaro» ed è dunque più difficile stabilire se il picco sia ormai alle spalle. Un dato che gli esperti della Regione tengono sempre sotto controllo, è quello riguardante i casi sintomatici, che si traducono poi, in quota parte, in ospedalizzazioni e dunque rischiano di mettere in difficoltà le strutture. «Sui sintomatici si può calcolare quanto verrà caricata l’area ospedaliera – traccia l’equazione Pompili –. Nelle Marche, quando vengono superati i 60 sintomatici, vuol dire che si stanno ricoverando più persone di quelle che escono dalle strutture ospedaliere (tra dimessi, guariti e decessi). È il nostro valore soglia».
Gli ultimi tre giorni
I sintomatici individuati erano infatti 71 nel bollettino del Servizio sanità emanato domenica, mentre sabato 27 marzo si assestavano sulle 75 unità e, andando a ritroso, venerdì se ne contavano addirittura 80. Durante il mese in corso, per ben tre volte si è sfondato il tetto dei 100 sintomatici rilevati, con il picco di 105 registrato il 3 marzo. Sul tema del tracciamento è intervenuto il consigliere regionale dem Antonio Mastrovincenzo, che ha fatto notare come «nella prima settimana di marzo i tamponi molecolari effettuati nelle Marche sono stati 5.157. Nella seconda settimana 5.130, nella terza 4.848, nella quarta 3.792. Una diminuzione vertiginosa di 1.365 test, con la conseguenza di una minore capacità di intercettare i positivi e di prevenire i contagi».
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Corriere Adriatico