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ANCONA - Lavoro nelle Marche, un dato colpisce forte come un pugno allo stomaco: il tasso di inattività, nella nostra regione, si attesta al 29,5%. I numeri: sono 273 mila, per la maggior parte donne (61,3%), -2,9% rispetto al secondo trimestre 2021, le persone che non cercano (più) lavoro. Aumentano, quindi, di 10mila gli inattivi che non cercano e non sono disponibili a lavorare, un dato che risulta più marcato rispetto al Centro e all'Italia nel complesso. Altro schiaffo, capitolo nuove assunzioni: quelle a tempo indeterminato sono una quota ridotta (12,1%). La tipologia più presente, nelle Marche, è il contratto a termine (35,8%) seguita dall'intermittente (17,4%): la nostra regione risulta prima in Italia per la più alta incidenza dei contratti intermittenti (la media nazionale è del 8,8%). Questo è quanto emerge dai dati regionali Inps dell'Osservatorio sul precariato e Istat sulle forze lavoro del secondo trimestre 2022 elaborati dall'Ires Cgil Marche.
Gli occupati
Fanno da contraltare alcune cifre incoraggianti.
La disoccupazione
Rispetto allo stesso periodo del 2021, scende il tasso di disoccupazione (5,2%): i disoccupati diminuiscono di 15 mila unità (-30,1%), in particolare risulta significativo il calo delle disoccupate (-10 mila unità). Nei primi sei mesi del 2022 le aziende marchigiane registrano 124.306 assunzioni, +21,3% rispetto allo stesso periodo 2021 (+22 mila circa). Nello stesso periodo, le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 84.415, +31,7% rispetto al 2021. Il saldo assunzioni - cessazioni è positivo nel complesso (+35.891).
Marinucci (Cgil Marche): «Lavoratori sempre più precari»
«Troppi lavoratori sono in sofferenza da tempo: i contratti - commenta Rossella Marinucci, Cgil Marche - sono sempre più precari e senza diritti, le retribuzioni troppo basse. Sono questi i motivi per cui si fugge dal lavoro».
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