In Italia cresce l'occupazione Nelle Marche invece diminuisce

Due operai in un cantiere
ANCONA - Meno occupati nelle Marche mentre nel resto d'Italia i numeri sono positivi. Nel secondo trimestre...

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ANCONA - Meno occupati nelle Marche mentre nel resto d'Italia i numeri sono positivi.




Nel secondo trimestre dell'anno, nella regione gli occupati sono 628.500, in diminuzione di 3.600 unità rispetto allo stesso periodo del 2014 (-0,6%), mentre a livello medio nazionale si registra un aumento dello 0,8%.



Lo rende noto l'ufficio Studi di Confartigianato e Cna delle Marche, che ha elaborato i dati Istat. Prendendo a riferimento i principali indicatori del mercato del lavoro, nelle Marche nel secondo trimestre 2015 il tasso di occupazione (15-64 anni) è al 62,2%, 5,9 punti percentuali sopra il livello medio nazionale (56,3%), e la regione è all'11/o posto in Italia. Il tasso di disoccupazione (15 anni e più) si attesta al 9,2% (al 13/o posto in Italia), inferiore di 2,9 punti percentuali il tasso medio nazionale (12,1%).



Infine, superiore al dato nazionale, è il tasso di attività (15-64 anni) registrato nelle Marche: 68,8% contro il 64,2% in Italia che colloca la regione al 10/o posto. Rispetto secondo trimestre 2014, ribadiscono Cna e Confartigianato delle Marche, il tasso di occupazione nella regione risulta in diminuzione di 0,7 punti percentuali, a fronte di una crescita media nazionale pari a 0,6 punti percentuali. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione si registra la diminuzione di 0,4 punti percentuali, a fronte di una sostanziale stazionarietà in Italia (-0,1). Infine, il tasso di attività è diminuito di 1,1 punti percentuali; questa dinamica colloca le Marche all'ultimo posto (+0,6 punti percentuali la variazione media nazionale).



Per far ripartire in maniera decisa l'occupazione, soprattutto quella giovanile, ribadiscono Cna e Confartigianato, vanno rilanciati i consumi interni perchè ad essere ancora in difficoltà sono le imprese che non esportano e, di conseguenza non aumentano la forza lavoro, in attesa di cogliere anche loro i segnali della ripresa che è già in atto per le imprese esportatrici. Innovazione, internazionalizzazione, incentivi fiscali, sostegno creditizio sono le azioni da mettere in campo.

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Corriere Adriatico