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ANCONA Sulle sventurate rotte della continuità territoriale, ogni giorno se ne scopre una nuova. Lo scorso giovedì, il Corriere Adriatico ha raccontato il gioco delle tre carte sulla rotta per Milano operata da Aeroitalia: da quanto ci è stato possibile ricostruire da fonti aeroportuali, capita spesso che l’aeromobile delle 7,05 per Milano, un Atr72, sia lo stesso che la compagnia fa decollare alle 7 quotidianamente per Roma. Quindi il velivolo prima copre il collegamento Sanzio-Fiumicino, poi torna ad Ancona e imbarca i passeggeri per Milano. Cosa che inevitabilmente fa slittare in avanti di 3 ore la partenza dal Sanzio per Linate, che con un effetto domino coinvolge anche il volo di ritorno. Ma ieri è successa una cosa diversa.
Variazione sul tema
L’aereo mattutino è arrivato da Roma ad Ancona alle 9,50, mentre quello per Milano è partito alle 9,30. Comunque in ritardo di 2 ore e 25 minuti sulla tabella di marcia (il decollo dal Sanzio alla volta della città della Madonnina è fissato, almeno sulla carta, alle 7,05), ma a meno che non ci siano stati sfasamenti spazio-temporali, questa volta il velivolo usato per la tratta romana e quella milanese non è stato lo stesso.
Le regole? Un optional
Ma in fondo perché stupirsi? Anche sulle fasce orarie le perentorie regole del bando, per Aeroitalia, diventano un mero suggerimento. Basta guardare la rotazione mattutina Ancona-Milano, che dal lunedì al sabato dovrebbe rientrare nella fascia 7 alle 8,30 per l'andata e 9-11 per il ritorno, ma da settimane sfora di almeno 2 ore e 25, se non di 3. L’ad di Aeroitalia Gaetano Intrieri, contattato lo scorso mercoledì dal nostro giornale, era stato categorico: «Non è vero che viaggia un solo aeromobile, lo facciamo solo quando uno dei due velivoli è rotto». Eppure, anche ieri c’erano due Atr sulla pista del Sanzio, ma a decollare è stato un Saab.
Le ragioni
Ora, è probabile (per non dire certo) che l’utilizzo di un aereo con meno posti - o dello stesso aereo per due tratte diverse - sia legato al ridotto numero di passeggeri che salgono a bordo: anche a gennaio, la media di riempimento delle tre rotte della continuità territoriale (Roma, Milano e Napoli) si è assestata sul 20%, non mostrando segnali di miglioramento rispetto ai mesi precedenti. Miglioramento obiettivamente difficile se i disservizi diventano la regola. Sempre prendendo in considerazione il mese di gennaio, i voli targati Aeroitalia per le tre tratte domestiche hanno collezionato 21 ritardi sopra le 2 ore (di cui 15 sulla tratta da e per Milano, tre su quella da e per Napoli e tre sulla tratta da e per Roma), 72 ritardi senza il filtro delle 2 ore e 11 cancellazioni.
I diritti negati
Almeno in linea teorica, la continuità territoriale è un diritto acquisito e i marchigiani pretendono sia rispettato nelle forme previste dalla Convenzione, che garantisce finanziamenti pubblici. Ma al momento, la qualità del servizio non raggiunge neanche gli standard minimi per strappare una sufficienza. E più che un diritto, per la nostra regione è diventata una beffa costante. Unica continuità vista finora.
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Corriere Adriatico