Il metereologo Tognetti non ha dubbi: «Un ciclone dalla Scandinavia ma ora torneremo sopra i 30°»

Il metereologo Tognetti non ha dubbi: «Un ciclone dalla Scandinavia ma ora torneremo sopra i 30°»
ANCONA Il crollo termico con Circe è l’ennesimo cambiamento del meteo. Danilo Tognetti, meteorologo del Servizio Agrometeo dell’Amap, l’agenzia regionale...

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ANCONA Il crollo termico con Circe è l’ennesimo cambiamento del meteo. Danilo Tognetti, meteorologo del Servizio Agrometeo dell’Amap, l’agenzia regionale agricoltura e pesca: come dobbiamo interpretare queste ondate di maltempo?


«Il calo delle temperature, i temporali, le grandinate, gli acquazzoni anche di forte intensità sono il risultato di masse d’aria totalmente differenti entrano in contrasto. I primi giorni di agosto dal Nord Europa, dalla Scandinavia, è arrivato un ciclone di bassa pressione con delle masse d’aria molto fresca, atlantica, che ha fatto abbassare le temperature e scendere sotto la media».

 
Un’interruzione repentina che deve preoccuparci?
«In meteorologia non si deve mai leggere solo il momento ma interpretare nel ciclo della stagione e ben oltre. I temporali, le temperature che evolvono fanno parte dell’estate. Già da ieri, domenica, le temperature sono in crescita e le nuvole si diradano. Non credo comunque che raggiungeremo valori elevati ma torneranno largamente sopra i 30 gradi».

Niente anticiclone del Nord Africa, ritorniamo con quello delle Azzorre?
«Sì. Lo si vede anche ad occhio nudo dal colore blu del cielo. Quando invece il cielo è biancastro, più sporco, significa che è carico di sabbia del Sahara e quindi la massa d’aria proviene dal Nord Africa. L’Italia e le Marche questa settimana saranno contese tra l’aria calda in seno al promontorio subtropicale in risalita verso la penisola iberica e quella più mite atlantica che scivolerà lungo il profilo settentrionale ed orientale del promontorio».

Le piogge e le temperature di queste ultime settimane come si inseriscono nel trend dell’evoluzione climatica della nostra regione?
«Le piogge di luglio non sono particolarmente abbondanti ma questo è un fatto normale per la nostra regione. Singolare è stata invece l’ondata di calore che ha interessato le Marche per circa 15 giorni. Capita che d’estate la nostra regione venga investita da ondate di calore di origine nord-africana, ma quella appena conclusa è stata particolare per la durata. Come intensità, stazioni della nostra rete agrometeo hanno rilevato temperature massime superiori alla soglia di 40°C mentre i valori notturni hanno superato addirittura i 25°C».

Sono segnali di un cambiamento climatico in atto?
«È necessario precisare che non è appropriato attribuirli ad un trend climatico in quanto il clima si caratterizza in periodi molto più lunghi, almeno un trentennio. Al momento non ci sono certezze che gli eventi estremi nel medio-lungo termine possano aumentare o diminuire, almeno per quanto riguarda l’area mediterranea. Certo è che, sotto l’aspetto fisico, un’atmosfera più calda ha maggiore capacità di trattenere umidità e così i temporali quando si formano hanno più carburante a disposizione e di conseguenza le precipitazioni possono risultare più intense e durature».

Come si può porre rimedio?


«Come in altre eventualità estreme che la natura ci propone, e mi riferisco ad esempio ai terremoti, anche nel meteo il sistema di allerte resta uno strumento efficacissimo per prevenire e scongiurare conseguenze disastrose per la popolazione. Abbiamo comunque una Protezione Civile che nelle Marche, anche nelle situazioni più difficili, ha dimostrato di essere all’altezza del compito». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico