Stima delle quote Mes, 3 miliardi e mezzo alle Marche. Dall'A14 alla ferrovia e all'uscita dal porto: ecco cosa si potrebbe fare

Stima delle quote Mes, 3 miliardi e mezzo alle Marche. Dall'A14 alla ferrovia e all'uscita dal porto: ecco cosa si potrebbe fare
ANCONA - Per ora è un bellissimo libro dei sogni. Un colpo di bacchetta magica sulle arretratezze infrastrutturali delle Marche, un colpo di spugna su anni di tagli lineari...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - Per ora è un bellissimo libro dei sogni. Un colpo di bacchetta magica sulle arretratezze infrastrutturali delle Marche, un colpo di spugna su anni di tagli lineari nella sanità (come si è visto, nel tempo del Covid, dalle condizioni scheletriche in cui giacevano le terapie intensive degli ospedali di II e I livello). Benvenuti nel magico mondo del Mes, la cascata d’oro che sta per arrivare dall’Unione Europea. Nella cartina, che è servita da bussola nelle audizioni parlamentari sul tema, è scritta la quota di fondi che toccherebbe a ciascuna Regione, calcolata prendendo come base i parametri 2020 del riparto del Fondo sanitario nazionale. E dunque senza contare l’eventuale quota per lo Stato centrale. Dei 170 miliardi stanziati per l’Italia, 3,5 sarebbero in quota Marche.




 

I primi conti della divisione
Qualche punto di riferimento. Alla Lombardia, che più ha sofferto la violenta aggressione del Covid-19, la simulazione assegna il 16,64% del totale, oltre sei miliardi. Alle Marche spetterebbero 948 milioni di euro, il 2,56% a cui andrebbe comunque detratta la quota di competenza dello Stato centrale. A Palazzo Raffaello i calcoli li hanno già fatti: si tratterebbe di circa 690 milioni di euro. Ripetiamo: si tratta di un libro dei sogni anche perché sopra questa valanga di soldi si intrecciano almeno due guerre intestine: quella tra Pd e governo e quella interna alla Lega (Salvini contro Zaia). Per capire quanto grande sia la partita basterà pensare che nei giorni scorsi il segretario nazionale Pd Zingaretti si è fatto sentire con il collega governatore Ceriscioli dopo mesi di silenzio che risalivano ai giorni del grande gelo di febbraio (quelli della famosa visita della Mancinelli al Nazareno). Zingaretti ha chiesto di spingere ai governatori, sul Mes bisogna chiudere in fretta. Meno arrembante la posizione del ministro degli Affari regionali, Boccia che tiene conto dei precari equilibri nella maggioranza. «L’impatto sui territori - dice - e sulla sanità sarebbe chiaramente positivo, ma per parlarne è più corretto aspettare la fine della mediazione che il governo sta conducendo in Europa». 

Il piano del governo
Il ministero della Salute lavora a un piano «molto consistente» per rafforzare il sistema sanitario nazionale, che avrà bisogno di finanziamenti corposi. Anche per questo Roberto Speranza ribadisce di appoggiare tutto quello che può drenare soldi in favore della sanità locale. Ceriscioli oltre agli ospedali che sono avviati a vari stadi nelle progettazioni pensa «a una riqualificazione che interessi tutte le strutture territoriali. Dall’antisisimico, all’energetica, dall’impiantistica alla sicurezza. Oltre alla partite delle strumentazioni». Ma, se possibile, c’è di meglio. A Palazzo Raffaello girano già le cifre della parte del Mes grandi opere.


Il tesoretto in divenire
Dei 170 miliardi stanziati per l’Italia 3,5 miliardi sarebbero in quota Marche. Ceriscioli un giro di conti lo ha fatto scoprendo che «potremmo risolvere in un colpo solo il raddoppio del tratto marchigiano della Orte-Falconara, la terza corsia dell’autostrada fino al raccordo con la A24, la Roma-Teramo, e coprire anche Pedemontana e uscita del porto di Ancona che è una delle questioni che non siamo riusciti a risolvere. Si potrebbe coprire anche la quota non finanziata della Fano-Grossetto presente già a budget nel piano quadriennale2016-2020». 

La disponibilità dei soldi

In caso di esito positivo della trattativa Europa-Italia la disponibilità dei soldi sarebbe garantita entro fine anno e in parallelo si potrebbe avviare gli studi di fattibilità e le progettazioni progressive che in questo momento stanno procedendo con la nota flemma visto che non ci sono le coperture. L’arrivo dei soldi invece contribuirebbe a produrre un’accelerata netta sui percorsi burocratici e su quelli delle progettazioni. Il raddoppio della variante è già finanziato e dovrebbe andare a bando entro fine anno .
  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico