Mancano 70 medici, è emergenza nel 118 nelle Marche: l’impatto è sui pronto soccorso

Mancano 70 medici, è emergenza nel 118 nelle Marche: l’impatto è sui pronto soccorso
ANCONA La falla nel sistema. La cronica carenza di medici del 118 e dell’emergenza-urgenza sta diventando un problema serio, nelle Marche come nel resto d’Italia....

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ANCONA La falla nel sistema. La cronica carenza di medici del 118 e dell’emergenza-urgenza sta diventando un problema serio, nelle Marche come nel resto d’Italia. Figure tanto essenziali, quanto introvabili - i bandi ed i concorsi per le assunzioni vanno puntualmente deserti - rappresentano la prima linea del fronte nel sistema di risposta sanitario e, dunque, un anello fondamentale senza il quale la catena rischia di spezzarsi. La rete territoriale così fiaccata non è in grado di farsi carico dell’emergenza/urgenza e questa stortura si traduce in un maggior numero di pazienti che si dirigono verso i pronto soccorso già in affanno.

 


Il report


Secondo il report dell’Asur aggiornato alla scorsa estate, la nostra regione è sotto di 66 medici del 118 rispetto al fabbisogno: possiamo contare su una pattuglia di 122 unità, ma ne servirebbero 188 per far funzionare nel migliore dei modi il sistema di risposta. Un buco non trascurabile, ma difficile da sanare perché, al netto dei tetti di spesa, è diventata un’impresa trovarne in Italia. Sempre secondo i dati Asur, almeno fino a luglio l’Area vasta 1 di Pesaro Urbino, tra dipendenti strutturati, convenzionati a tempo indeterminato e convenzionati a tempo determinato, può contare su 31 medici del 118, ma lo standard ne richiederebbe 47, con un saldo negativo di 16 unità. La discrepanza è evidente anche nell’Area vasta 2 della provincia di Ancona, dove la dotazione si assesta sulle 40 unità, ma il fabbisogno sarebbe di 58 e dunque mancano all’appello 18 unità. Arriviamo poi all’area vasta 3 di Macerata: anche qui il divario tra fabbisogno e realtà attuale è di 18 medici. Ne sarebbero necessari 41, a fronte dei 23 che al momento sono distribuiti nelle sette strutture ospedaliere del territorio. Nell’Area vasta 4 - tra gli ospedali di Amandola, Fermo/Porto San Giorgio, Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare- e nell’Area vasta 5 - tra gli ospedali di Ascoli, Offida e San Benedetto del Tronto - operano 28 medici del 118, ma ne servirebbero 42, con un delta negativo di 14 unità Numeri che danno o la rappresentazione plastica di un sistema al limite del collasso: molte postazioni medicalizzate, ad esempio, rischiano di saltare per mancanza di medici. Chi resta al fronte, infatti, si trova a dover comunque gestire un’attività decisamente intensa, pur potendo contare su un personale a portata ridotta. A dettagliare, nello specifico, le cifre dell’attività svolta è stato il dottor Mario Giusti, direttore SET 118 della Centrale Regionale: «La sola centrale operativa di Ancona ha ricevuto in un anno 75 mila chiamate, per una media di 200 interventi al giorno, il 25% dei quali codici rossi».


L’elisoccorso


A queste attività si aggiungono quelle dei due elicotteri dell’elisoccorso, tra Marche ed Umbria, che svolgono circa 1200 interventi nell’arco dei 12 mesi. Molti medici non vogliono prestare servizio nella continuità assistenziale, nel 118 o nei pronto soccorso, tra le altre cose, perché c’è una giungla retributiva caratterizzata da trattamenti che tendono a scoraggiare chi sarebbe disposto a farlo. Temi di rilevanza nazionale che le Regioni, Marche in testa, hanno posto sui tavoli del governo. Ora si attende solo una risposta. Urgente.
 

 

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Corriere Adriatico