Ingegnere marchigiano brevetta il mattone a prova di terremoto

L'ingegnere Roberto Finocchi
ANCONA - Un mattone a forma di puzzle per costruire edifici più resistenti in caso di terremoto. Lo ha inventato l'ingegnere marchigiano Roberto Finocchi che ha...

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ANCONA - Un mattone a forma di puzzle per costruire edifici più resistenti in caso di terremoto. Lo ha inventato l'ingegnere marchigiano Roberto Finocchi che ha depositato presso la Camera di Commercio di Macerata il brevetto  per invenzione industriale che - afferma - "potrebbe costituire i presupposti per una piccola rivoluzione nel settore delle costruzioni". 




L’invenzione concerne un blocco laterizio che si distingue nel panorama dei prodotti esistenti, non solo per la forma inedita, che ricorda quella di un puzzle, ma soprattutto per le modalità di posa e per alcune caratteristiche che conferiscono alla muratura una resistenza meccanica nettamente superiore a quella delle murature tradizionali, soprattutto in presenza di sisma. 

Senza particolari dettagli, è utile comprendere che a differenza della classica muratura di mattoni e malta cementizia, nella quale la resistenza della parete dipende anche dalla malta, che però rappresenta l’elemento debole, questi blocchi di nuova concezione, incastrandosi l’uno con l’altro impediscono qualsiasi scorrimento, anche in assenza dell’elemento legante; ciò conferisce alla muratura quella che in termine ingegneristico viene definita resistenza al taglio e a pressoflessione. 

Inoltre, la posa dei blocchi eseguita ad incastro ed in posizione frontale anziché dall’alto, rende le operazioni di cantiere più semplici, sicure e a prova di errore, alla portata anche di personale non specializzato. 

"L’invenzione - dice ancora Finocchi -  potrebbe avere grandi potenzialità, oggi precluse alle costruzioni in muratura: la realizzazione di edifici molto più resistenti e leggeri con caratteristiche più simili a quelle del cemento armato e con prestazioni studiate in funzione delle sollecitazioni, oltre alla possibilità di evitare complessi ed onerosi interventi di recupero negli edifici danneggiati dal sisma, quali ad esempio gli ormai codificati intonaci armati, fibre di carbonio, reti in polietilene ecc". 


"Se l’invenzione dovesse confermare le aspettative - conclude l’ingegnere Finocchi - c’è da attendersi una innovazione non solo nel mercato dei laterizi, ma anche nella logica degli interventi di recupero; e chissà che l’idea non possa contribuire a rilanciare il mercato delle costruzioni in laterizio e creare qualche posto di lavoro.. questa si che sarebbe una soddisfazione". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico