Roma, Milano e Napoli: serve l’ok di Bruxelles. Continuità territoriale, altro passaggio in Ue per modificare il bando. Così com'è andrebbe deserto

Roma, Milano e Napoli: serve l’ok di Bruxelles
ANCONA - «La continuità territoriale supplisce ad una carenza infrastrutturale perché immaginare che Ancona e Milano debbano essere collegate tramite...

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ANCONA - «La continuità territoriale supplisce ad una carenza infrastrutturale perché immaginare che Ancona e Milano debbano essere collegate tramite aereo in attesa di infrastrutture ferroviarie ormai necessarie è qualcosa che non giova al territorio. E stiamo lavorando per questo». A parlare è il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, che giovedì, durante il sopralluogo all’hub di Amazon a Jesi, ha parlato di «massima attenzione da parte del ministero e dell’Enac per la continuità territoriale delle Marche».

 

E questa è già di per sé una buona notizia. Anche perché, per le ferrovie di cui sopra (la nuova linea per l’Alta velocità parallela all’Adriatica) ci vorranno decenni. Dunque intanto ci si concentra sui voli che devono collegare le Marche a Milano, Roma e Napoli.

Il cambio di rotta

Fuori Aeroitalia e dentro SkyAlps, ma per ora solo fino al 15 maggio. E dopo? Posto che la compagnia altoatesina molto probabilmente prorogherà la sua presenza al Sanzio fino a ottobre, si è già messa in moto la macchina per elaborare il nuovo bando, che però dovrà essere rivisto e corretto rispetto al primo, altrimenti il rischio che vada deserto è quasi una certezza. Le compensazioni finanziarie, base economica del contributo pubblico di Regione e Governo per il triennio, si assestavano sui 9.467.117 euro per Linate, 5.546.438 per Fiumicino e 5.234.234 euro per Napoli. Cifre troppo basse per essere sostenibili sul mercato, come dimostrato dall’esperienza fallimentare di Aeroitalia. Diventa dunque necessario un lifting, e a Roma si sta valutando un aumento del contributo pubblico per rendere il bando più appetibile. Si deve tuttavia lavorare di cesello: alzare troppo l’asticella implicherebbe un nuovo passaggio con l’Ue per evitare la tagliola sugli aiuti di Stato. Una procedura che in generale richiede tempi lunghi, figuriamoci ora che siamo alla vigilia delle elezioni Europee. La pratica marchigiana difficilmente sarebbe una priorità. E i tempi rischierebbero di dilatarsi eccessivamente, mancando la deadline di ottobre.

I passaggi

Il primo step verso la realizzazione del nuovo bando parte dal Mit, con un decreto che definisce le risorse e le eventuali nuove regole: tra le altre cose, si sta valutando anche l’ipotesi di sostituire la modalità degli Osp (Oneri di servizio pubblico) alla base del primo bando, con la formula più snella e diretta degli aiuti al vettore. Ma anche in questo caso, serve i un pit stop in Ue. Dopo il passaggio ministeriale, la Regione deve convocare la Conferenza dei servizi con cui dare via libera alla proposta. Solo a questo punto, Enac può elaborare e pubblicare il nuovo bando. La procedura è lunga e i tempi sono molto stretti: bisogna premere sull’acceleratore per evitare che il progetto della continuità territoriale muoia appena nato.

 

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Corriere Adriatico