ANCONA - I marchigiani si sentono "in sintonia con l'Umbria anzitutto, poi con l'Emilia Romagna e la Toscana. Circa metà dei cittadini vede con favore la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È quanto emerge da una indagine su "Come sono cambiati i marchigianì negli ultimi anni", realizzata da La Polis-Università di Urbino, presentata da Ilvo Diamanti oggi all'Istao di Ancona, nell'ambito di un seminario promosso insieme al Consiglio regionale su "Un'Agenda condivisa per una regione europea".
Mille i cittadini del campione rappresentativo su cui è stata condotta la ricerca, ha spiegato Diamanti, e la maggioranza si sente "più vicina ai toscani che agli abruzzesi". Rispetto agli anni pre crisi però (l'ultima indagine La Polis è del 2007), i marchigiani si sono "italianizzati", predominano "l'incertezza, la paura del futuro, il declino ( per il 57 per cento degli interpellati) delle opportunità di lavoro, paure che coprono e moltiplicano - secondo Diamanti - tutte le altre".
C'è un forte calo di fiducia nelle istituzioni, e prevale l'idea di una "normalizzazione" delle Marche, di una perdita di specificità, anche se l'83 per cento degli intervistati si dice molto o abbastanza soddisfatto di vivere nella regione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico