Spunta anche Cerberus ma la curva dei contagi continua la sua discesa

Spunta anche Cerberus ma la curva dei contagi continua la sua discesa
ANCONA -  Dopo Centaurus, fa capolino nelle Marche anche Cerberus. Omicron, la mutazione di Sars-Cov-2 ormai monopolista dei contagi in tutta Italia, continua a sciorinare le...

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ANCONA -  Dopo Centaurus, fa capolino nelle Marche anche Cerberus. Omicron, la mutazione di Sars-Cov-2 ormai monopolista dei contagi in tutta Italia, continua a sciorinare le sue sottovarianti. A due settimane dal sequenziamento dei primi tre casi di BA.2.75, la cosiddetta Centaurus, il laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona ieri ha reso noto di aver intercettato anche il primo caso in regione di paziente, proveniente dalla provincia di Ancona. infettato da Omicron BQ.1.1, l’ultimo sottolignaggio noto ai media come Cerberus. «Attualmente nelle Marche Omicron BA.5 resta comunque dominante», spiega il professor Stefano Menzo, direttore del laboratorio di Virologia di Torrette.

 

 

Meno ricoveri
Indifferente all’evolversi delle ultime versioni di Omicron, che in genere prima di essere sequenziate lavorano già sottotraccia, la curva dei contagi nelle Marche continua la sua discesa iniziata il 13 ottobre, dopo quasi un mese di risalita, spinta dalla riapertura delle scuole e dal venire meno dell’uso delle mascherine. Ieri i bollettini registravano 737 nuovi positivi, con un’incidenza settimanale di 375 casi ogni 100 mila abitanti e un -21% nell’ultima settimana. In calo anche i ricoveri per Covid, ieri 151, 6 dei quali in terapia intensiva.
Le prospettive
Cosa accadrà con il diffondersi delle nuove subvarianti? Presto per sbilanciarsi in previsioni, come spiega il virologo Stefano Menzo. «Tutte queste varianti non cambiano sensibilmente la loro contagiosità, cambia solo il contesto immunologico della popolazione dove si diffondono. Se una popolazione ha raggiunto l’immunità di gregge contro una variante, questa diventa scarsissimamante diffusiva perché incontra solo persone già immuni. Viceversa - spiega il direttore del laboratorio di Torrette, una nuova variante con mutazioni evolutesi proprio per evadere questa risposta (a questo porta la pressione selettiva nei processi evolutivi), sarà infinitamente più diffusiva perchè non avrà ostacoli immunitari». Se facessimo un esperimento di prova su una popolazione finora vergine ad entrambe le varianti, scommette il professor Menzo, «non osserveremmo alcuna differenza di contagiosità». 


Quando si parla di diffusività, non bisogna intenderla «come caratteristica del virus, ma di ricettività della popolazione». «Ogni volta che compare una nuova variante o sottovariante - spiega il docente di Virologia alla Politecnica delle Marche – è scontato che si diffonda più rapidamente, per il fatto stesso di essere nuova. Ma non c’entra niente con le caratteristiche biologiche di quel virus». Sulla patogenicità delle varie mutazioni genetiche di Sars-Covi2, secondo il professor Menzo «è ormai dal 2020 che non si riesce a fare studi affidabili su questo, sempre perché è cambiato pesantemente il contesto di protezione immunologica». Il virus, anche dal punto di vista della sua capacità di provocare forme gravi di Covid, «generalmente non è molto cambiato dall’inizio, fa sempre meno male solo perché incontra persone sempre più e meglio immunizzate». Ma la campagna vaccinale, in questo autunno, stenta a decollare: il tasso di copertura con quarta dose nelle Marche è del 14,7%, rispetto alla media italiana al 21,4%.

 

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Corriere Adriatico