Il segretario generale nel mirino di Manuela Bora: ecco cosa sta succedendo

Il segretario generale nel mirino di Manuela Bora: ecco cosa sta succedendo
ANCONA  - Arriverà in aula seguendo il canale dell’urgenza. Manuela Bora, martedì prossimo durante la seduta del Consiglio regionale, pretenderà...

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ANCONA  - Arriverà in aula seguendo il canale dell’urgenza. Manuela Bora, martedì prossimo durante la seduta del Consiglio regionale, pretenderà una risposta immediata alla sua interrogazione, la numero 594, presentata giovedì scorso. Il tema del contendere: le criticità rilevate, nell’ambito del Giudizio di Parificazione, in merito alla nomina del segretario generale della Giunta.

 

La consigliera Pd con il suo atto darà seguito alla Corte dei Conti, che così ha sentenziato: «Criticità sono segnalate dalla sezione di controllo con riguardo alla nomina del segretario generale, conferita a soggetto esterno su mera base fiduciaria sull’assunto secondo cui si tratta di nomina sottratta alla mera applicazione dei principi valevoli per il reclutamento della dirigenza della Pubblica amministrazione». Sottoscrive il passaggio, per riproporlo nell’emiciclo di Palazzo Leopardi. 


La sentenza 
Non ci sta, la Bora, e rispedisce al mittente le osservazioni fornite dalla Regione. Per farlo richiama quanto stabilito dalla sezione giurisdizionale d’Appello per la Regione Siciliana. Una sentenza generata da un caso-fotocopia. L’ex assessora ripropone le implicazioni di quel verdetto: «Non può accogliersi la tesi secondo cui l’incarico di segretario generale avrebbe natura essenzialmente fiduciaria, ponendosi come figura di raccordo tra il potere politico e l’apparato burocratico amministrativo regionale». Ne sottolinea una sfumatura-chiave: «L’atto di nomina sarebbe di contenuto altamente discrezionale, scevro da formalismi, e dato che il segretario generale è un dirigente generale, posto a capo di una struttura di massima dimensione, la sua nomina deve sottostare ai principi sopra espressi». Ovvero quelli ai quali dovrebbe ispirarsi la pubblica amministrazione. La Bora riavvolge il nastro di quel precedente: «Il 1° agosto 2018 la Procura della Corte dei Conti della Sicilia chiedeva la condanna di governatore e assessori per l’incarico di segretario generale conferito a un soggetto esterno, senza valutare le professionalità interne: dirigenti di prima e seconda fascia in servizio presso la Regione». 


La sintesi 
Non spezza il filo di quel ragionamento, la consigliera, e rammenta che «anche in via Gentile da Fabriano c’erano due figure dirigenziali che aspiravano a ricoprire quel ruolo. Due interni». La consigliera incalza: «Già in precedenti atti ispettivi erano state espresse dagli interroganti le motivazioni per la evidente inconferibilità di quell’incarico».

La Bora arriva alla sintesi: «Le criticità segnalate evidenziano ulteriormente come l’esecutivo regionale non si sia conformato pienamente alla disciplina per quanto concerne il conferimento di incarichi a soggetti esterni all’amministrazione e rendono quanto mai opportuno un intervento correttivo». Va dritta al punto: «Giunta e assessore competente cosa intendono fare, nell’immediato, per accogliere i rilievi della Corte dei Conti?». No, non concede altro tempo al tempo. 

 

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Corriere Adriatico