Il Governo inciampa sulle aste. Acquaroli: «Evitare una deriva che metterà in crisi il turismo»

Il Governo inciampa sulle aste. Acquaroli: «Evitare una deriva che metterà in crisi il turismo»
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ANCONA  - Corsie preferenziali per gli attuali gestori oppure un indennizzo per ristorarli degli investimenti che hanno prodotto in tutti questi anni. Per dirla alla maniera del ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna intervenuta alla convention napoletana di Forza Italia, «sui balneari credo che il punto di mediazione raggiunto sia il migliore possibile». Eppure la vicenda Bolkestein è diventata per il governo un tasto delicatissimo per la politica, soprattutto per le possibili ricadute elettorali alle Amministrative del 12 giugno.

 


A tal punto che nelle scorse ore il premier Draghi ha scritto una lettera al presidente del Senato Elisabetta Casellati per stringere sui tempi e «non mettere a rischio il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr». Perchè nonostante le rassicurazioni della ministra Carfagna l’agitazione del mondo balneare è sempre più evidente e nelle Marche la situazione è incandescente. Come fa trasparire del resto il governatore Francesco Acquaroli: «Sono molto preoccupato dall’applicazione della direttiva Bolkestein rispetto al tema delle concessioni balneari. Il rischio è che si precluda irrimediabilmente il futuro di un’intera categoria che ha investito fidandosi delle regole e leggi dello Stato e ha permesso alle nostre spiagge di diventare un traino per il turismo italiano».

Parole dure che fanno capire l’importanza della posta in gioca: «Non possiamo rischiare che questo enorme patrimonio venga messo in pericolo. Per questo sarebbe importante tentare l’impossibile per evitare questa deriva iniziando dal verificare, per il tramite della mappatura delle spiagge, la reale scarsità della risorsa, presupposto per l’applicazione della Direttiva stessa, a tutela di tutto il settore oltre che degli imprenditori e delle famiglie italiane». 


Il presidente del Sib-Confcommercio, Antonio Capacchione, chiede di mantenere i nervi saldi: «In queste ore si sta giocando il futuro di centomila imprese e ci vuole senso di responsabilità. Come sindacato stiamo aspettando la proposta di sintesi del Governo per una vicenda che va trattata con la dovuta attenzione». Nelle Marche su 185 chilometri di costa sono attive oltre 500 imprese balneari che generano un indotto importante e costituiscono da sempre l’anima del turismo regionale.

«Ma bisogna intervenire nel solco della direttiva europea, per troppo tempo snobbata da diverse forze politiche - sottolinea il senatore marchigiano Giorgio Fede - che per decenni ha avuto l’opportunità di risolvere la questione e invece non è mai andato oltre la sterile propaganda». Fede, assieme all’onorevole Mirella Emiliozzi, ha partecipato ai tavoli del confronto, ribadendo la necessità di andare alle gare « procedendo però agli indennizzi per gli imprenditori, che devono essere comunque tutelati sotto tutti gli aspetti».

 

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Corriere Adriatico