Dopo Curti nel Pd è di nuovo caos: Manzi ai saluti e niente congresso? Oggi la decisione di Roma

Dopo Curti nel Pd è di nuovo caos: Manzi ai saluti e niente congresso? Oggi la decisione di Roma
ANCONA  - Per il Pd non c’è congresso senza spine, ma stavolta il partito marchigiano potrebbe anche spingersi addirittura oltre, verso un clamoroso...

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ANCONA  - Per il Pd non c’è congresso senza spine, ma stavolta il partito marchigiano potrebbe anche spingersi addirittura oltre, verso un clamoroso commissariamento che chiuderebbe un altro travagliato capitolo della storia della politica in salsa dem. L’intervista di giovedì al Corriere Adriatico dell’ex sindaco di Force, Augusto Curti, ha infatti rotto quegli argini che a fatica gli emissari del segretario nazionale Enrico Letta in missione ad Ancona erano riusciti a costruire attorno alla candidatura di Irene Manzi quale futuro segretario del Pd regionale.

 


Sembrava tutto più o meno tranquillo, nonostante la decisione - ufficializzata nell’incontro con Marco Meloni e Matteo Mauri - della consigliera regionale Manuela Bora di volere comunque candidarsi per consentire lo svolgimento delle Primarie. Un quadro che si è potuto comporre, in quella stessa sede, anche grazie al contestuale ritiro degli aspiranti segretari già in corsa, Antonio Mastrovincenzo e appunto Augusto Curti. E fin qui (quasi) tutto liscio. 


Ma mentre il primo nei giorni successivi ha continuato a mantenere la sua posizione di sostegno della candidatura unitaria di Irene Manzi, il secondo ha deciso inaspettatamente di tornare in pista scompigliando nuovamente le carte e rimettendo la questione segreteria sul piatto della discussione. Le motivazioni dell’ex sindaco di Force sono racchiuse proprio nella volontà della Bora di andare avanti, per la serie: o tutti, o solo la Manzi. 


Così è accaduto che l’ex deputata maceratese - che si eraresa disponibile ad interpretare quella figura unitaria auspicata da Letta - si è ritrovata tra l’incudine ed il martello, trascinata suo malgrado in una diatriba che fa capire quanto ancora il Pd delle Marche abbia da lavorare sulle correnti che ne agitano il percorso. Cosa accadrà adesso? Probabilmente già oggi si riuscirà a capire quale sarà il nuovo percorso del partito regionale: da Roma il vertice nazionale ha preso tempo per riflettere prima di decidere. Lo scenario che si profila a questo punto prevede due strade. 


La prima è quella mandare all’aria la mediazione e svolgere le Primarie aperte a chiunque decida (e riesca) a candidarsi. La seconda ipotesi, forse quella più probabile per come si sono messe le cose, potrebbe prevedere il ritiro della disponibilità di Irene Manzi e l’eventuale commissariamento del Pd da parte della segreteria romana fino a quando gli animi non si saranno placati. Al momento, l’unità auspicata è solo una chimera.

 

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Corriere Adriatico