Coltorti: «A Senigallia un disastro annunciato. Della vasca d'espansione se ne parla da 30 anni»»

Coltorti: «A Senigallia un disastro annunciato. Della vasca d'espansione se ne parla da 30 anni»»
Fa di conto, il prof. Mauro Coltorti va dritto al nucleo: «La prevenzione costerebbe molto meno del risarcimento danni: il rapporto è almeno di 1 a 5». Il...

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Fa di conto, il prof. Mauro Coltorti va dritto al nucleo: «La prevenzione costerebbe molto meno del risarcimento danni: il rapporto è almeno di 1 a 5». Il senatore pentastellato jesino, presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, ribadisce il dato: «Sì, tutti i nostri fiumi sono a rischio». 


Si esprime da docente universitario di Geomorfologia o da politico navigato? 
«Parlo soprattutto da cittadino, preoccupato e indignato».

 
Proceda pure. 
«Vogliamo ricordare il torrente Aspio nel 2006? Esondò alla Baraccola, la zona industriale di Ancona. Allora non ci furono vittime, ma si contarono danni per 4 miliardi di euro. Ripeto: la prevenzione sarebbe costata molto di meno». 
Ci risiamo, ma questa volta si contano i morti: undici, per ora.
«È incontrovertibile: la tragedia che si sta consumando in questi giorni è conseguenza della crisi climatica. Sono anni che se ne parla e tutti sanno che questi eventi estremi ormai si manifestano con una frequenza molto elevata. Non più ogni 100 anni». 
Il dolo: prenderne atto solo quando avvengono i disastri.
«Giovedì è esondato il Misa a Senigallia, ma un evento analogo s’era verificato nel 2014 e, a più riprese, nei decenni precedenti. Si sono avuti danni enormi anche a Cantiano e in altre località del nord della regione. In passato sono state interessate anche le Marche meridionali. Piogge eccezionali possono verificarsi ovunque». 
La morale? 
«Basta alibi. A Senigallia sono trent’anni che si parla della vasca d’espansione. Ma niente. Nel 2017 passò un piano per il Misa e la giunta Ceriscioli mise sul piatto 8 milioni di euro coinvolgendo il Consorzio di Bonifica».
I dettagli? 
«L’assetto di progetto era stato approvato, a luglio 2017, dal comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino, costituito dalla giunta regionale dopo l’abolizione delle province. Il piano è rimasto inattuato. Nulla di fatto». 
Il suo è un richiamo, urlato, alle responsabilità. 
«Esatto. La mancata prevenzione su un territorio fragile, gli 11 morti sulla coscienza, il ritardo sul piano di adattamento ai cambiamenti climatici: la misura è colma». 
Contesta metodo e sostanza? 
«Certo. All’indomani d’ogni evento alluvionale, soprattutto quelli che oltre ai danni hanno generato vittime, sono tutti lì a cercare di capire e soprattutto di giustificare i lutti». 
Tanto rumore per nulla? 
«Negli ultimi decenni gli enti pubblici preposti alla cura del territorio sono stati depotenziati di personale. Inoltre chi controlla che i lavori siano eseguiti a regola d’arte? E se una città come Senigallia subisce un ulteriore disastro, un disastro annunciato, con chi dobbiamo prendercela?». 
La risposta? 


«Mi conceda un’altra domanda, retorica. Non dobbiamo puntare il dito sulle amministrazioni regionali, di sinistra e/o di destra e sotto elezioni, che è l’unico momento in cui i partiti politici sono vulnerabili e debbono pronunciarsi?».
 

 

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Corriere Adriatico