Anche gli alberghi in difficoltà col personale: «Cucine sottodimensionate e prenotazioni solo online»

Anche gli alberghi in difficoltà col personale: «Cucine sottodimensionate e prenotazioni solo online»
ANCONA - La mancanza di personale investe anche il settore alberghiero, che è dovuto correre ai ripari con nuovi sistemi di prenotazione e cerca di tamponare attraverso...

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ANCONA - La mancanza di personale investe anche il settore alberghiero, che è dovuto correre ai ripari con nuovi sistemi di prenotazione e cerca di tamponare attraverso l’utilizzo di software per sopperire alla carenza di figure legate a ruoli di accoglienza. Per alcune mansioni di reception, gli albergatori si affidano a programmi di prenotazione e check-in online. «Ho dovuto acquistare un programma gestionale per il lavoro di segreteria - racconta Alberto Tassi, albergatore e presidente Asshotel Confesercenti Marche -. Il problema è assai diffuso ed è enorme».

 

Tanto che l’intera filiera si sta tarando sulle nuove esigenze degli operatori, proponendo soluzioni che tengano conto di una diminuzione di figure chiave che, un tempo, erano invece presenti all’interno delle strutture. «Ad esempio ci vengono offerti prodotti semilavorati fatti appositamente per cucine sottodimensionate - specifica Tassi - oppure dobbiamo noi strutturare un servizio self service, laddove prima non era previsto, per fare fronte alla mancanza di personale di sala».

La rivoluzione

Dunque un intero settore che si appresta ad una rivoluzione sotto il profilo organizzativo. E, come per Moreno Cedroni, anche per il presidente di Asshotel non è un problema di salari. «Il dipendente, in base alle mansioni e all’esperienza, percepisce un netto di 7-10 euro l’ora - spiega Tassi - il che vuol dire, in un mese, circa 2 mila euro di stipendio. Quindi il problema non è affatto la remunerazione». Piuttosto la questione sembra ruotare attorno all’impegno e al sacrificio richiesto dalle strutture ricettive a chi si appresta ad affrontare il lavoro stagionale nel mondo del turismo. «Il più delle volte ci troviamo di fronte a ragazzi che ci chiedono di lavorare quattro ore al giorno - puntualizza il presidente di Asshotel - dunque è normale che la retribuzione sia parametrata alle ore di lavoro effettuate». Inevitabile, per l’albergatore, fare un parallelo con il passato: «La mia generazione lavorava 10 ore al giorno e preferiva non avere il giorno libero per guadagnare di più - dice -. Per noi era faticoso, ma anche divertente. Oggi, evidentemente, non è più così». 

Un problema complesso

Il problema è decisamente complesso e coinvolge sfumature sociali e culturali, ma un dato di fatto riguarda sicuramente la sfera delle possibilità che si stagliano davanti ai giovani una volta usciti dal percorso di istruzione scolastica. «Chi fa l’università nei mesi estivi ha la sessione di esame e quindi non può affrontare un lavoro stagionale - afferma Tassi - mentre chi dopo le scuole superiori preferisce inserirsi nel mercato del lavoro preferisce occupazioni che diano una continuità lungo tutto l’anno». Una questione, dunque, che presenta diverse sfaccettature e si interseca con un mondo del lavoro sempre più complicato da tutti i punti di vista. E con la stagione estiva già iniziata, trainata dalle temperature record di questi giorni, di tempo per recuperare le carenze ne è rimasto davvero poco. 

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Corriere Adriatico