Il Ceo di Msc Cruises: «Navi da crociera ad Ancona, più complesso senza molo»

Il Ceo di Msc Cruises: «Navi da crociera ad Ancona, più complesso senza molo»
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BAVENO - Gianni Onorato, chief executive officer di Msc Cruises, al Forum internazionale del Turismo organizzato tra venerdì e ieri dal Governo a Baveno ha raccontato le prospettive di un turismo, quello croceristico, che è riuscito nell’obiettivo numero uno del settore: la destagionalizzazione. «Nel mese di gennaio, dopo Capodanno - dunque un mese di bassa stagione - a Genova portiamo tutte le settimane 20mila ospiti. Il turismo delle crociere rappresenta un’opportunità enorme».

 

Lo sa bene anche il porto di Ancona, che con Msc collabora fruttuosamente ormai da diversi anni. Ma il balletto sul progetto del Molo Clementino da rendere terminal crociere - con il sindaco di Ancona Daniele Silvetti che si è detto contrario, appoggiato dal governatore Francesco Acquaroli - non rema in questo senso.
Onorato, che prospettive di crescita ci sono per il porto di Ancona all’interno del mondo Msc?
«Abbiamo iniziato a lavorare ad Ancona da qualche anno ed è nostra intenzione continuare».

Una scommessa vinta, dunque, quella sullo scalo dorico?
«Sì, i risultati che abbiamo avuto in questi anni sono stati buoni e in linea con le nostre aspettative».

E per il futuro?
«La nostra idea è quella di incrementare il numero degli scali negli anni a venire». 

In che termini?
Magari avendo anche la possibilità - quando si sarà chiarita la situazione - di fare dei programmi per navi di maggiori dimensioni».

La situazione di cui parla è il cortocircuito sul terminal crociere al Molo Clementino, che Msc avrebbe voluto rendere suo home port. Se il progetto non dovesse concretizzarsi, restereste comunque ad Ancona?
«Continueremmo sicuramente a lavorare ad Ancona. Ma ovviamente dobbiamo tenere conto della possibilità di gestire la capacità di navi più grandi, che nel caso il progetto non andasse in porto sarebbe più complesso».

Quali sono i benefici che il turismo croceristico può portare ai territori?
«La crociera permette al turista di avere una sorta di menù degustazione dell’Italia, perché in poche ore vedono più destinazioni per poi tornare».

In che percentuale?


«Il 50% di chi fa crociere poi torna per restare almeno una settimana nella meta visitata. E questo rappresenta un’opportunità incredibile per i territori, per gli alberghi, i ristoranti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico