USSITA - La resistenza di Ussita poggia sui giovani. Sono in tanti all'assemblea sotto il tendone della Protezione civile in cui il sindaco esorta la popolazione a non...
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«Ussita è zona rossa come Amatrice - spiega il sindaco -. Nessuno può tornare nella propria casa». Rinaldi vorrebbe che sulla costa, a Civitanova, andassero solo gli anziani. I giovani, invece, sono disposti a restare. «Ho un allevamento, dove volete che porti gli animali?», dice una ragazza. Francesco, 30 anni, ha il lavoro vicino Ussita e qui resisterà. Un altro giovane invece preferisce portare moglie e figlia al mare e farsi 200 km al giorno da pendolare. Il sindaco dice anche che «i bambini di Ussita non andranno a scuola a Civitanova come quelli di Visso», altro paese simbolo del sisma di due giorni fa, più grande e a 6 chilometri da Ussita. Sulla scuola l'assemblea applaude. Una scossa nitida ricorda a tutti il pericolo. Fuori del tendone fa già freddo tra la montagna e il fiume, in questa stazione turistica decaduta e ora affondata dal terremoto.
«Come si fa a vivere l'inverno nelle casette?», si chiede una donna. Il gelo e la neve arriveranno presto. La maggioranza però sembra decisa a non abbandonare Ussita, nel timore di non ritrovarla più. «Per tornare nelle proprie case ci vorranno 5-7 anni», avverte Rinaldi, «ma con l'aiuto della Protezione civile possiamo avere opere di urbanizzazione assieme alle casette» e intanto riaprire bar, farmacia, macelleria e il resto. «Il cimitero, il Comune e la chiesa non ci sono più», ricorda amaro il sindaco, «ma Ussita dobbiamo farla vivere, non dobbiamo mollare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico