«Aiutatemi a morire». Ecco i soldi per il suicidio assistito di Mario: raccolti 20mila euro in 24 ore

«Aiutatemi a morire». Ecco i soldi per il suicidio assistito di Mario: raccolti 20mila euro in 24 ore
ANCONA - L’obiettivo dei 5mila euro è stato bruciato in appena tre ore. Nel giro di 24, la cifra ha sfiorato i 20mila euro. È scattata una vera e propria gara...

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ANCONA - L’obiettivo dei 5mila euro è stato bruciato in appena tre ore. Nel giro di 24, la cifra ha sfiorato i 20mila euro. È scattata una vera e propria gara di solidarietà per aiutare Mario - il 44enne dell’Anconetano tetraplegico da 12 anni a causa di un incidente stradale - a coprire le spese in apparecchiature e farmaci necessari per poter procedere con il suicidio assistito. Spese che, in assenza di una legge sul fine vita, non vengono coperte dallo Stato. In particolare, c’è bisogno di uno strumento infusionale che costa 4.147,50 euro. Così, l’associazione Luca Coscioni ha lanciato, giovedì, una raccolta fondi che, nel giro di poche ore, ha quadruplicato la cifra necessaria.

 

«Grazie alle donazioni, che continuano ad aumentare, ora Mario ha tutto il necessario per poter dar seguito alle proprie volontà - riferiscono Marco Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e segretario nazionale dell’associazionei -. Ogni risorsa aggiuntiva sarà utilizzata per le altre iniziative volte a promuovere l’eutanasia legale ed il rispetto dei diritti sul fine vita in Italia, comprese le necessità di tutti i casi futuri che chiederanno il supporto dell’associazione Coscioni e del suo team dei legali». 
Il percorso
Mario è il primo in Italia a poter legalmente scegliere di accedere al suicidio medicalmente assistito per porre fine alle sue sofferenze. Il lungo percorso burocratico per raggiungere questo traguardo, il 44enne lo ha fatto tutto: dal parere favorevole del Comitato etico regionale, al via libera della commissione sanitaria dell’area vasta 2 di Ancona, ottenuto a febbraio, per morire autosomministrandosi per via endovenosa il Tiopentone Sodico. Ora, grazie alla raccolta fondi, anche l’ultimo tassello è andato al suo posto.
Gli altri in attesa


«Seguiremo anche i casi futuri - prosegue l’associazione Coscioni - a partire da Antonio e Fabio Ridolfi, altri due marchigiani alle prese con tetraparesi e in lotta per il suicidio assistito». Il secondo ha nel frattempo chiesto la sedazione profonda a causa dei ritardi. Antonio, invece, è in attesa del parere del Comitato etico regionale, dopo che l’Area vasta 4 ha inviato, il 27 maggio, le integrazioni richieste. «I componenti del Comitato hanno bisogno di riflettere su tutta la documentazione clinica prima di prendere decisioni importanti come questa», fa sapere il presidente del Cerm Paolo Pelaia. «Le donazioni - conclude l’associazione Coscioni - saranno utili anche al potenziamento del servizio gratuito Numero Bianco sul fine vita per garantire ai cittadini informazioni altrimenti indisponibili».

 

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Corriere Adriatico