La sinistra marchigiana celebra l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica: «Compagno Gorbaciov hai cambiato il mondo con coraggio smisurato»

La sinistra marchigiana celebra l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica: «Compagno Gorbaciov hai cambiato il mondo con coraggio smisurato»
ANCONA  - Poche persone al mondo sono riuscite a cambiare il corso della Storia come ha fatto lui, lasciando una traccia indelebile della sua caratura di statista e di uomo....

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ANCONA  - Poche persone al mondo sono riuscite a cambiare il corso della Storia come ha fatto lui, lasciando una traccia indelebile della sua caratura di statista e di uomo. Mikhail Gorbaciov, l’ultimo presidente dell’Urss, è morto martedì all’età di 91 anni, ma il suo ricordo continuerà a vivere. Non solo nella memoria di chi l’ha conosciuto, ma anche nel concreto di tutto quello che ha fatto per porre fine alla Guerra fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, con il disgelo conseguito alla Perestroika.

 

Un uomo fuori da ogni tipo di schema, che riesce ancora a scaldare i cuori degli esponenti di una sinistra da tempo orfana di leader di tale livello. Il ricordo corre veloce a quel tour delle Marche che fece nel 2001 da premio Nobel per la Pace. «Ero stato eletto sindaco da poche settimane - l’amarcord dell’ex primo cittadino Pd di Ancona Fabio Sturani -: venne in Comune, visitò l’Università Politecnica e andò a cena all’Hotel Jolly. Con lui c’era Rita Levi Montalcini. Due premi Nobel nella nostra regione: una cosa che non si dimentica». Poi la memoria storica lascia spazio a quella emotiva: «Lo consideravo allora e lo considero ora uno dei personaggi più significativi della Storia ed averlo incontrato è stata una delle pagine più belle della mia esperienza di sindaco. Abbiamo fatto il tifo per lui quando, da segretario generale del Pcus, il Partito comunista dell’Unione Sovietica, è riuscito a cambiare il regime dall’interno. Siamo stati tutti molto delusi quando l’hanno destituito a favore di un ubriacone». 


Il viaggio 
Sturani era anche andato in pellegrinaggio a Mosca nel 1989 - anno della caduta del Muro di Berlino - con una delegazione di politici di sinistra per incontrare i membri del Pcus, il Partito comunista dell’Unione Sovietica. Con lui c’era anche Primo Galdelli, operaio della Merloni iscritto a Rifondazione Comunista, nelle cui fila venne eletto senatore nel 1992. «Io filo sovietico e lui filo americano - riavvolge il nastro del suo viaggio con l’ex sindaco -. Alla fine non riuscii neanche ad incontrarlo Gorbaciov, a causa della pessima organizzazione sovietica. Fu tanto apprezzato da noi quanto poco amato in Russia, ma il suo era un pensiero critico che la sinistra di oggi dovrebbe tornare ad avere».

Tra chi ha avuto la fortuna di incontrarlo nel 2001 c’è anche l’allora sindaco di Pesaro Oriano Giovanelli, che ricorda l’appuntamento «nella sala del Consiglio comunale di Pesaro, seguito da una cena. È stato coerente fino all’estremo: un uomo di pace anche oltre la ragionevole fiducia nei suoi interlocutori. Stati Uniti ed Europa si sono approfittati della sua disponibilità a chiudere il capitolo dell’Urss in maniera pacifica. Per come sono andate le cose dopo, credo abbia provato molta amarezza». Palmiro Ucchielli, ex parlamentare del Pesarese e già segretario regionale del Pd, dell’incontro all’Università di Urbino con Gorbaciov ricorda che «era triste perché i suoi amici lo avevano deposto. Ma magari ci fossero stati più uomini come lui disposti a puntare su trasparenza e distensione».


Un uomo di pace


Anche chi non l’ha incontrato si commuove all’idea che non ci sia più. «È un enorme dispiacere - il commento della sindaca dem di Ancona Valeria Mancinelli -. Gorbaciov per me ha rappresentato un grande segnale di speranza: la sua capacità di perseguire ideali forti, liberandosi con coraggio smisurato delle gabbie dell’ideologia, è un esempio formidabile. È stato eversivo rispetto alla realtà in cui era cresciuto: tra ideali ed ideologia ha scelto gli ideali». Lo ricorda come «un uomo di pace» l’ex senatrice del Pd Silvana Amati. «Ha segnato il percorso di una sinistra democratica Se ci fossero ancora personaggi come lui, sarebbe un gran risultato. Invece oggi manca l’autonomia di pensiero». Unica nota stonata nel coro unanime di cordoglio, quella di Marco Rizzo, segretario del Partito comunista e oggi candidato di Italia sovrana e popolare nelle Marche come capolista alla Camera per le Politiche: «Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo», il post su Facebook in merito alla morte di Gorbaciov. Scontate le polemiche che ne sono seguite.

 

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Corriere Adriatico