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L’esempio
Forte di quasi 200mila persone, sarà, dopo Bari, la seconda città del medio Adriatico e la 19° città d’Italia. «È un’operazione di grande respiro, la fusione più importante d’Europa - sottolinea il sindaco di Pescara Carlo Masci -. Iniziata con un referendum nel 2014, ci consente di guardare al futuro in un periodo storico dove la parola chiave è “cambiamento”.
Cosa cambia
Intanto, già incassa i vantaggi: la capacità finanziaria di migliorare la qualità dei servizi pubblici, di offrirli a costi minori e un peso maggiore nei bandi nazionali ed europei. La fusione per avere un futuro è alla base della scelta dei 7.500 abitanti di Trecastelli (ex Ripe, Castel Colonna e Monterado) di fondersi per primi nelle Marche. «Non è stato un percorso facile - sottolinea il sindaco Marco Sebastianelli - ma ci ha consentito di dare concretezza alla nostra visione di organizzazione del paese e di migliorare l’offerta dei servizi». In 10 anni, Trecastelli ha messo in sicurezza sismica e completato l’efficientamento energetico delle scuole, investito su un’illuminazione pubblica a led, calmierato tasse e tariffe (mense e trasporto) per le famiglie, progettato idee di mobilità sostenibile (camminamenti e ciclopedonali). In pratica, in un decennio, i 9 milioni di contributi hanno avuto un effetto moltiplicatore sugli investimenti del 65%. Ma il più importante, precisa il sindaco, «è che la fusione è stata percepita solo dal punto di vista amministrativo, senza intaccare le storie delle tre comunità».
Trecastelli non diventerà Quattro
Trecastelli però non diventerà mai “Quattrocastelli”: «Nessun Comune vicino ce lo ha chiesto. Credo che rimarremo un unicum nella Val Mivola». La fusione? Una boccata d’ossigeno per il bilancio secondo Massimo Citracca, il sindaco di Valfornace, ex Fiordimonte e Pievebovigliana. «Ha permesso di ottimizzare i costi e i servizi, di investire nella viabilità, nella videosorveglianza e di ridurre le tasse». E dal punto di vista culturale «non è stato un problema, essendo le due realtà molto vicine anche se il processo è stato rallentato dal sisma. Poi è l’unione che fa la forza, da soli non si va da nessuna parte». Quindici milioni di investimenti è il saldo della fusione di Vallefoglia, ex Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola che l’amministrazione di Palmiro Ucchielli ha tradotto in nove anni di inaugurazioni. Nuovi, ad esempio, il municipio, il teatro. Nuove la scuola in legno, la piazza. Nuove le strutture sportive, le piste ciclopedonali. Rifatti tanti manti stradali, ristrutturate le mura castellane. «Ed ogni anno - conclude Ucchielli - con la razionalizzazione della macchina comunale, la disponibilità di tre milioni di avanzo di amministrazione».
Véronique Angeletti
Corriere Adriatico