Hub vaccinali, medici in bilico: stanno per scadere i contratti. «Giovedì sarà l’ultimo giorno. E le terze dosi avanzano». Ecco cosa succede

ANCONA - Gli hub vaccinali delle Marche sotto pressione per la richiesta di terze dosi. E neanche a farlo apposta giovedì prossimo scadrà il contratto a molti dei...

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ANCONA - Gli hub vaccinali delle Marche sotto pressione per la richiesta di terze dosi. E neanche a farlo apposta giovedì prossimo scadrà il contratto a molti dei medici impiegati nei centri da febbraio. La deadline dell’11 novembre riguarda, infatti, quelli che potremmo chiamare i veterani della campagna vaccinale: dottori che sono entrati in servizio per primi, e che da metà della prossima settimana potrebbero rimanere in stand by, in attesa della riconferma. Proprio ora che le prenotazioni per il terzo giro di inoculazioni sono schizzate ovunque. 

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I timori
Il rischio è senz’altro quello di provocare una battuta d’arresto alla campagna vaccinale anti-Covid, all’alba della quarta ondata di contagi che sta investendo anche le Marche. Un timore che sta mettendo in apprensione la categoria dei dottori in prima linea. «Si faccia presto - sollecita il dottor Roberto Cameriere, uno dei responsabili dell’hub Paolinelli di Ancona - oltretutto siamo anche in numero ridotto. Se non si procede subito con le conferme dei contratti in scadenza c’è il pericolo che si blocchi la campagna vaccinale». Un allarme non da poco, visto tra l’altro che il numero di richieste è cresciuto vertiginosamente in tutti e 13 gli hub regionali. Nel capoluogo la situazione è critica, a fronte di un raddoppio delle domande c’è un dimezzamento degli orari di apertura dell’hub alla Baraccola.


La situazione


«Siamo aperti mezza giornata - spiega Cameriere - perché non abbiamo personale a sufficienza. In tutto siamo 6 medici a 38 ore settimanali e alcuni specializzandi. Ma da giovedì prossimo, se non si risolve la situazione, saranno solo 3 i medici a contratto». Gli specializzandi a supporto nei centri vaccinali sono in servizio 12 ore alla settimana. E spesso vengono rimandati nei reparti per proseguire la specialità. Basta lanciare uno sguardo al resto delle Marche per intuire che la situazione è più o meno simile dappertutto. Intanto a fare full time, sette giorni su sette, sono solo 3 hub su 13: Fermo, Ascoli e San Benedetto. Fano viaggia a mezza giornata, alternando mattine e pomeriggi, e nemmeno tutti i giorni. Idem Pesaro dove addirittura il centro vaccinale all’Iper Rossini rimane aperto un giorno sì e uno no. A Civitanova e Macerata si effettua apertura quotidiana ma il più delle volte solo la mattina con orario 8-13. «Credo non ci si aspettasse di dover procedere così presto con la terza dose - spiega Cameriere - ecco perché si è deciso da un mese a questa parte di ridurre gli orari di apertura dei centri e il personale». In effetti la recrudescenza del virus e della nuova variante ha preso tutti in contropiede. Il problema ha una dimensione ovviamente nazionale, tanto che l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini si è già prodigato a contattare il generale Figliuolo per renderlo edotto della questione. Ora non resta che aspettare l’accelerata sul piano burocratico per le riconferme dei medici. Ma intanto il tempo corre.

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Corriere Adriatico