ANCONA - Appalti sospetti ma non solo. Nell’inchiesta della Procura sulle procedure di assegnazione delle commesse Asur sono finiti anche migliaia di volantini...
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Irregolarità, a parere dei magistrati, che riguarderebbero la legge sui finanziamenti ai partiti. Nel caso di Gian Mario Spacca si tratterebbe di circa 21 mila volantini di cui non si troverebbe traccia nelle delibere dell'organo sociale competente in assenza anche di indicazione del contributo nella contabilità della società. Per quanto riguarda la fornitura dei volantini per la campagna di Ceriscioli avrebbero un valore complessivo di 18.300 euro e si sarebbe fatto figurare che il contributo proveniva dalla società Tipoxtil invece che dalla Medilife. Particolari che affiorano dopo le venti perquisizioni eseguite il 19 aprile dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Ancona nella prosecuzione dell’inchiesta sull'appalto quinquennale del 2009, da 12,5 milioni di euro, per realizzare il Centro servizi unificato a Fabriano.
Lo conferma la Procura di Ancona che, dopo aver portato in dibattimento per una presunta turbativa d'asta la fase genetica dell'appalto affidato alla Medilife spa di Roma, sta approfondendo gli accertamenti sulla fase esecutiva.
Due gli obiettivi principali: comprendere se l'appalto venne sovradimensionato per ricavare provviste e se funzionari pubblici ne abbiano tratto vantaggi personali. Ma il sospetto degli inquirenti, che domani riceveranno le relazioni sulle perquisizioni - eseguite a casa di alcuni dei nove indagati, presso la direzione Asur, in varie aziende a Roma e Bologna, nel Centro servizi a Fabriano - è che una serie di appalti pubblici della sanità delle Marche sia stata pilotata negli anni in cambio di vantaggi personali.
Associazione per delinquere, abuso d'ufficio, truffa e frode, sono le ipotesi di reato contestate a Piero Ciccarelli, ex dg Asur ora dirigente servizio Sanità della Regione, Alberto Carelli, ex direttore amministrativo Asur, e Massimiliano Picardi, gestore della Medilife spa. Sono indagati, tra gli altri, per abuso d'ufficio, Giulietta Capocasa (ex direttore amministrativo Asur), Alberto Lanari (direttore di esecuzione contratto) e, per truffa e frode, anche Roberto Dotti (per la fase esecutiva dell'appalto per il Centro servizi unificato) così come Lanari e gli altri tre inquisiti principali.
Un’inchiesta comunque ancora aperta: l’indagine della Procura infatti potrebbe avere un’ultriore accelerata quando i due pm incaricati, Andrea Laurino e Ruggiero Dicuonzo, inizieranno a visionare nella giornata di oggi il materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni: documentazione utile a chiarire i collegamenti tra gli ex vertici dell’Asur e la società Medilife di Roma. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico