Ecco 80 milioni di euro per il sistema sanitario delle Marche. Sforamenti sulle spese

Ecco 80 milioni di euro per il sistema sanitario delle Marche. Sforamenti sulle spese
ANCONA -  Da ieri si sono ufficialmente insediati i nuovi direttori generali delle Aziende sanitarie territoriali. O meglio, tre su cinque: Nadia Storti nell’Ast 1 di...

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ANCONA -  Da ieri si sono ufficialmente insediati i nuovi direttori generali delle Aziende sanitarie territoriali. O meglio, tre su cinque: Nadia Storti nell’Ast 1 di Pesaro Urbino, Daniela Corsi in quella di Macerata e Gilbero Gentili nell’Ast 4 di Fermo. Per le altre due si dovrà attendere il 17 luglio, quando Giovanni Stroppa approderà all’Ast 2 di Ancona e Nicoletta Natalini all’Ast 5 di Ascoli Piceno. Infatti, essendo impegnati in altri ruoli fuori regione - il primo nella Asl di Lanciano, Chieti e Vasto, la seconda nella Usl Irccs di Reggio Emilia - si è reso necessario un commissariamento ponte affidato a Storti per Ancona e alla dg dell’Inrca Maria Capalbo per l’Ast 5. Ruoli non semplici quelli che andrà a ricoprire il quintetto scelto dalla Regione. 

 


La riforma


I nuovi dg dovranno dare sostanza alla riforma della sanità approvata lo scorso agosto, con la trasformazione delle Aree vaste in Ast e l’azzeramento dell’Asur. E fare i conti con un quadro economico complicato, benché con qualche differenza tra i vari territori. A dare ossigeno al settore, arrivano intanto 80.114.889 euro che Palazzo Raffaello ha deliberato lo scorso 30 maggio per il funzionamento del Sistema sanitario regionale, composto dalle due aziende ospedaliere di Torrette ed Inrca e dalle cinque Ast. Ma che conti hanno lasciato le ormai fu Aree vaste? E quali criticità si troveranno ad affrontare i nuovi dg? Partiamo dai numeri. Con il suo ultimo atto ufficiale, l’Asur (azzerata lo scorso 31 dicembre) ha approvato mercoledì il bilancio d’esercizio 2022. E andando a vedere il dettaglio delle Av, si scopre che nell’anno post emergenza pandemica, qualche sforamento c’è comunque stato. A Pesaro Urbino, lo scostamento dal tetto fissato per i costi di esercizio è stato di 204.161 euro, cifra tutto sommato contenuta rispetto ad altri territori.


Il dettaglio


Quanto allo sforamento del livello minimo di ricavi, siamo a -5.074.411 euro. Un po’ meno bene. Nell’Av2 di Ancona, la più grande e complessa, lo sforamento dei costi di esercizio nel 2022 è stato pari a 3.016.587 euro, mentre lo scostamento sul livello minimo di ricavi è a -4.613.774 euro. L’eccezione la fa l’Av3 di Macerata che non sfora il tetto sui costi di esercizio e, anzi, risparmia 5.390.548 euro. Quanto all’obiettivo sui ricavi, invece, lo scostamento è a -3.424.513 euro. Scendendo verso sud, l’Av4 di Fermo fa registrare, tra le cinque Av, il più pesante sforamento sul tetto dei costi, con 16.274.288 euro in più rispetto a quanto consentito da budget, ma fa meglio sui ricavi, andando sopra di 1.812.933 euro. Chiude l’elenco l’Av5 di Ascoli Piceno, che conclude il 2022 con una spesa di 5.818.577 euro in più nei costi di esercizio e a -7.762.546 euro sui ricavi previsti. Se questo è il passato, anche il futuro presenta le sue incognite. 


I nodi da sciogliere


Tre le principali criticità che il Ssr dovrà risolvere nel breve periodo. In primis, la stabilizzazione dei 500 precari di Torrette, che comporterà un aggravio dei costi, a fronte di un quantitativo di servizi diminuito nel tempo. C’è poi il complicato capitolo dell’incorporazione di Marche Nord nell’Ast 1, non a caso affidato a Storti, che da ex dg dell’Asur è la persona più indicata a sbrogliare la matassa E, dulcis in fundo, la questione degli emolumenti per i tempi di vestizione nell’Ast5 dal 2017 ad oggi, che si traduce in circa 5mila da erogare ad ogni dipendente che ne ha diritto. Cosa che comporterà un ulteriore contraccolpo sui bilanci. La strada è in salita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico