A Roma un milione di persone con la Cgil E Ghiselli dà voce alle Marche in piazza

A Roma un milione di persone con la Cgil E Ghiselli dà voce alle Marche in piazza
ROMA - Un milione di persone a Roma per dire al Governo di cambiare rotta sul Jobs act e sulla politica economica. La Cgil ha...

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ROMA - Un milione di persone a Roma per dire al Governo di cambiare rotta sul Jobs act e sulla politica economica.




La Cgil ha vinto la “prova di piazza” sul fronte dei numeri e ha lanciato a Renzi la sfida sulla delega del lavoro. “Se qualcuno pensa che questa è solo una fermata - ha detto il numero uno del sindacato, Susanna Camusso - sappia che si sbaglia. Ci siamo e ci saremo con la protesta e la proposta. Continueremo fino allo sciopero generale”. “Ci siamo e ci saremo”.



Lo ha sventolato con la prepotenza delle cifre - oltre cinquemila i marchigiani arrivati nella Capitale - anche il leader regionale Roberto Ghiselli. “Occupazione, precariato, tutela dei diritti. Abbiamo dimostrato che siamo ancora in grado di mobilitare la piazza, che la Cgil c’è”. E guai a insinuare interferenze di alcun genere.



“Non c’è stata strumentalizzazione politica. C’erano piuttosto tanti giovani accanto ai meno giovani; c’erano, uno affianco all’altro, i lavoratori e coloro che un posto non ce l’hanno”. Da Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli sono arrivati anche gli studenti nella piazza.



“Questa piazza - ha detto Camusso - è di chi ama il lavoro perché senza lavoro non si cambia ma si arretra. È la piazza che rivendica risposte. Nessuno in buona fede - ha detto riferendosi al Jobs act - può dire che togliere l’articolo 18, demansionare i lavoratori e mettere le telecamere in azienda fa crescere”.



E se il Governo ha a cuore davvero l’universalità, ha detto ancora, “estenda le tutele a tutti” piuttosto che toglierle ad alcuni. Il passaggio successivo, se non si otterranno modifiche alla delega sul lavoro (all’esame della Camera), saranno gli scioperi articolati sul territorio e infine lo sciopero generale che tuttavia non convince il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi.



“Non credo francamente - ha detto - che in questo momento di grave crisi manifestazioni o scioperi siano la migliore delle soluzioni. Tutti siamo convinti che la questione cruciale sia far ripartire l’occupazione e la domanda interna”. Questione di angolazioni.



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