Rimpasto in giunta regionale, Saltamartini nel mirino: la Lega vuole un tecnico per frenare l’emorragia di consensi

Rimpasto in giunta regionale, Saltamartini nel mirino: la Lega vuole un tecnico per frenare l’emorragia di consensi
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ANCONA - Un incontro «concreto e cordiale». Usa queste esatte parole, la segretaria regionale della Lega Giorgia Latini, per descrivere il secondo round, ieri, con il governatore Francesco Acquaroli sul nodo del rimpasto di giunta. Un tentativo di stemperare i toni decisamente molto accesi di sabato, quando Palazzo Raffaello ha tremato sotto i colpi di cannone tra i due.

 
Ieri invece si è cercata una mediazione per evitare lo strappo irreparabile. Un punto di caduta su cui convergere per «una giunta sempre più efficace», altro copyright della leader marchigiana del Carroccio. E secondo la Lega, a dover essere più efficacie è il settore principale in mano alla Regione: la sanità.


La revisione necessaria


Il ragionamento fatto dai vertici regionali e nazionali del partito è semplice: le tante criticità del sistema sanitario marchigiano stanno creando una crisi di consenso, ed essendo la delega in quota Lega - con l’assessore Filippo Saltamartini - è proprio la Lega che ne pagherebbe le conseguenze in termini di voti. E il crollo verticale rispetto ai fasti delle Regionali 2020 è evidentemente già in corso, come dimostrano i disastrosi risultati del Carroccio alle Politiche e alle Amministrative nelle Marche. Ovviamente, di questa netta flessione non si può incolpare solo l’assessore, ma la Lega vuole imprimere un cambio di passo proprio sulla stortura più evidente. E così, Latini si è presentata da Acquaroli con questo punto fermo: il rimpasto di giunta parte dalla sanità. L’ipotesi caldeggiata dal Carroccio è quella di mettere al posto di Saltamartini un tecnico che prenda in mano le redini della pesante delega. Se la Lega ottenesse questo, potrebbe anche chiudere così la partita. Ma il piano non convince del tutto il governatore: serve una mediazione. E Latini si è portata avanti con i compiti, presentando un piano b: Saltamartini - che Acquaroli starebbe blindando - resta al suo posto, Monica Acciarri subentra a Chiara Biondi (con le deleghe a Cultura e Istruzione ma anche con un occhio sulla Sanità, data la sua esperienza pregressa del settore) e Mauro Lucentini prende la poltrona alla Sviluppo economico ora occupata da Andrea Antonini. Ma in tutto questo bailamme, c’è un dato certo e non trascurabile: a ieri, nessuno degli assessori in carica ha rassegnato le dimissioni. Segno che venderanno cara la loro pelle, forti anche del fatto che il gruppo consiliare è tutt’altro che compatto attorno alla segretaria.
Il colpo di spugna


E poi c’è il governatore, che vorrebbe mantenere lo status quo dopo la rivoluzione imposta dall’elezione di Castelli, Carloni e la stessa Latini in Parlamento a settembre 2022. Il confronto tra governatore e segretaria è stato aggiornato a metà di questa settimana per trovare la difficile quadra, mentre la patata bollente marchigiana raggiunge anche i tavoli romani. Il golpe leghista, dunque, va avanti e i segretari provinciali del partito hanno sottoscritto un documento in cui chiedono agli assessori regionali del Carroccio di rimettere il mandato nelle mani di Latini, che poi ne disporrà come meglio crede. Preparate i pop corn: la saga continua.
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Corriere Adriatico