Andrea Putzu (FdI): «Ricci non lo vuole il suo partito, figurarsi i marchigiani. E farebbe la fine della Schlein»

Andrea Putzu (FdI): «Ricci non lo vuole il suo partito, figurarsi i marchigiani. E farebbe la fine della Schlein»
Andrea Putzu, consigliere regionale in quota Fratelli d’Italia, è politologo di partito e uno dei fedelissimi di Acquaroli. ...

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Andrea Putzu, consigliere regionale in quota Fratelli d’Italia, è politologo di partito e uno dei fedelissimi di Acquaroli.

Dal cerchio magico del presidente, come vedete le Regionali 2025? Temete la discesa in campo di Ricci? Il sindaco di Pesaro dice che il governatore lo soffre.

«Temere Ricci? Magari si candidasse lui alle Regionali. Ci farebbe un favore».

 

In che senso?

«Ricci sta ad Acquaroli come Schlein sta a Meloni».

Cioè?

«L’epoca Schlein si sta traducendo per il Pd in una sconfitta continua. È riuscita a farli perdere dappertutto, anche ad Ancona e Porto Sant’Elpidio, città storicamente di centrosinistra. Per noi Schlein è una portafortuna, così come Ricci».

Ricci ha sempre vinto finora.

«Non ha fatto niente di straordinario: ci mancava solo che non vincesse a Pesaro, roccaforte rossa per tradizione. Sarebbe stato strano il contrario».

A Pesaro è stato confermato per il secondo mandato in una fase in cui in Italia soffiava forte il vento del centrodestra.

«Ma fuori da Pesaro? Mentre Acquaroli ha avuto e ha ancora il centrodestra unito e compatto a sostenerlo, Ricci non lo vuole neanche tutto il suo partito, figuriamoci i marchigiani. Prima di parlare di Acquaroli, dovrebbe fare i conti con i suoi. E c’è anche un altro aspetto».

Ovvero?

«Ricci non prende il voto dei moderati, fetta che in Italia non è ancora del tutto rappresentata. Invece Acquaroli potrebbe farla. Nelle Marche non vince chi va più spesso in televisione, vince chi è più credibile».

Da sindaco di Pesaro, Ricci è riuscito - primo in Italia - a realizzare quel campo largo con il M5S che a livello nazionale risulta ostico: almeno questo glielo riconoscerete. Non potrebbe crearvi problemi?

«Il campo largo dimostra debolezza: è stato inventato con l’unico scopo di battere il centrodestra. Una fissione a freddo tra persone che fino al giorno prima si insultavano. E gli elettori questo lo capiscono, come hanno dimostrato le regionali in Abruzzo».

Passiamo alla vostra metà campo. In Basilicata, Azione e Italia Viva correranno con il centrodestra: proverete a fare la stessa operazione anche nelle Marche?

«Nelle elezioni dello scorso anno a Porto Sant’Elpidio, Azione ha sostenuto il nostro candidato con un simbolo civico. Siamo stati i primi nelle Marche a fare un accordo con Azione».

Quindi replicherete l’esperimento anche a livello regionale?

«Non sta a me dirlo. Posso solo osservare che gli accordi vanno fatti sulla base di una proposta programmatica, non perché bisogna andare contro qualcuno. Quando si fa politica contro, si perde sempre».

 

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Corriere Adriatico