Marche, primarie in bilico I democratici nel caos

Marche, primarie in bilico I democratici nel caos
ANCONA - Primarie avvelenate per il Pd delle Marche dove ad oggi, tra ricorsi e contro-ricorsi scaturiti dalla candidatura a segretario di Luca Ceriscioli, ritenuto non...

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ANCONA - Primarie avvelenate per il Pd delle Marche dove ad oggi, tra ricorsi e contro-ricorsi scaturiti dalla candidatura a segretario di Luca Ceriscioli, ritenuto non candidabile, in base allo Statuto del partito, perchè sindaco di Pesaro ancora in carica, non si sa ancora se il 16 febbraio si andrà o no a votare. L'ultima parola spetta infatti alla Commissione nazionale per il congresso, che si riunirà domani per mettere - si spera - la parola fine al caos che si è determinato nelle ultime ore. In corsa, per ora, restano il consigliere regionale Francesco Comi (Area Dem) e il sindaco di Monsano Luca Fioretti (area Civati).




Era stata la stessa direzione regionale del Pd a chiedere lumi a Roma sulla questione Ceriscioli, peraltro subentrato in corsa al candidato della prima ora, il sindaco di Offida Valerio Lucciarini, che si era fatto da parte per far spazio al collega pesarese. Dalla Commissione nazionale di garanzia la doccia fredda: Ceriscioli è incandidabile. Anche se in Puglia il sindaco di Bari Michele Emiliano poteva continuare la sua corsa.

Ma in quel caso nessuno aveva chiesto pareri e sollevato la questione. Ceriscioli non ci sta e presenta ricorso considerando non valida, per mancanza di numero legale, la direzione regionale del partito del 22 gennaio che aveva fissato data e regolamento delle primarie. E ieri i probiviri marchigiani, cui i romani avevano passato la palla, hanno dato ragione a Ceriscioli dichiarando nulli tutti gli atti.



Il segretario uscente del Pd, Palmiro Ucchielli, non si scompone: "La data resta quella fissata, salvo diverse decisioni da Roma". Sono quelle che fanno testo: "È come per la giustizia amministrativa: c'è il Tar (la Commissione regionale; ndr) e poi il Consiglio di Stato". "Un comportamento inqualificabile, vergognoso", replica indignato Ceriscioli, che stamani ha inviato a Ucchielli "una diffida formale perchè comunichi ai circoli la decisione della Commissione regionale, visto che non lo stava facendo". Se l'invito non verrà accolto, Ceriscioli non esclude una "richiesta di commissariamento" del segretario in carica.



"Noi siamo dentro le regole, mentre sembra che le abbiamo violate", s'indigna a sua volta Comi in un confronto con Fioretti. Per i due candidati, comunque, resta lo spauracchio dell'affluenza. E soprattutto del dopo primarie. Il nuovo segretario, non si nasconde Fioretti, dovrà gestire "una situazione politica non facile, perché il partito è dilaniato, per i soliti, vecchi, deleteri motivi, per logiche di schieramento". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico