Da pneumologia ad oculistica, ecco dove le Marche ricavano nei reparti i nuovi posti letto Covid

Da pneumologia ad oculistica, ecco dove le Marche ricavano nei reparti i nuovi posti letto Covid
ANCONA - La direttiva è partita la scorsa settimana dall’assessorato alla Sanità e, nelle prossime ore, le aziende ospedaliere dovranno presentare il tetris...

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ANCONA - La direttiva è partita la scorsa settimana dall’assessorato alla Sanità e, nelle prossime ore, le aziende ospedaliere dovranno presentare il tetris dei reparti per ampliare la dotazione dei posti letto destinati ai pazienti Covid. Con l’aumento dei ricoveri - in particolare in area medica -, si è resa necessaria la previsione di una riorganizzazione dell’attività ordinaria come già successo nelle precedenti ondate, ma con un impatto, almeno per il momento, decisamente più contenuto sull’operatività canonica dei nosocomi. 

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La mappa da rivedere
Se per le terapie intensive sono stati realizzati posti letto aggiuntivi come previsto dal dl 34 del maggio 2020 e, dunque, «può essere previsto un ampliamento, dal momento che abbiamo una trentina di posti dove i macchinari riescono a coprire due pazienti», per l’area medica «abbiamo chiesto agli ospedali di allargare questa dotazione, che significa però ridurre alcune prestazioni – fa il punto l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini –. In qualche nosocomio, la medicina d’urgenza potrebbe essere dedicata interamente al Covid». A Jesi, per esempio, saranno convertiti otto posti letto del reparto di Pneumologia, mentre a Torrette e a Marche Nord si lavora al piano. Tra le valutazioni che stanno portando avanti le aziende ospedaliere, anche quella di utilizzare parte dei nuovi posti letto realizzati nelle Rianimazioni per i pazienti non intensivi, oppure fare ricorso ai reparti dove ci sono pochi pazienti (come oculistica), ricavando così spazi preziosi. Un tetris in divenire, insomma, su cui si dovrà trovare la quadra a stretto giro di posta così da farsi trovare pronti nel caso di un sensibile incremento nelle ospedalizzazioni. Considerando che solo negli ultimi due giorni, i degenti in area medica sono aumentati di 12 unità e ce ne sono altri 28 in attesa nei pronto soccorso, una riorganizzazione sembra inevitabile. Anche alla luce del fatto che il tasso di occupazione dei posti letto negli ospedali impatta sulla permanenza delle Marche in zona bianca. Come noto, i parametri individuati dal governo nazionale sono tre: il tasso d’incidenza di nuovi casi positivi per 100mila abitanti (sotto questo aspetto, tutte le regioni italiane sono da zona gialla), restare sotto la soglia del 10% nelle terapie intensive (sottile linea rossa già superata da tempo e, ieri, siamo arrivati al 14%), e sotto il 15% in area medica. 


L’impatto nelle strutture


Finora è stato questo baluardo a permetterci di restare nella fascia di rischio più bassa ma negli ultimi giorni l’incremento dei ricoveri ha portato l’asticella al 12,8%: se la progressione continuerà a questo ritmo, il passaggio alla zona gialla sembra inevitabile. Una condizione che accomuna le Marche alle altre Regioni del nord e del centro che, secondo le previsioni, dovrebbero cambiare tutte colore il 27 dicembre. Ampliare gli spazi Covid in area medica potrebbe garantire qualche margine di manovra, ma uno dei nodi non ancora sciolti resta quello della dotazione di personale da destinare alla cura dei pazienti affetti dal virus, rompicapo numero uno per ogni azienda ospedaliera. Una carenza cronica di risorse umane diventata drammaticamente evidente con la pandemia.

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Corriere Adriatico