Jovanotti nel mirino degli ambientalisti: «Noi saremmo econazisti? Hai distrutto il lido di Fermo»

Jovanotti nel mirino degli ambientalisti: «Noi econazisti? Hai distrutto il lido di Fermo»
FERMO - Jova vs ambientalisti. Il dissing continua. Non si placano le polemiche sollevate dall’evento in spiaggia al Lido di Fermo che, dopo la prima di venerdì, ha...

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FERMO - Jova vs ambientalisti. Il dissing continua. Non si placano le polemiche sollevate dall’evento in spiaggia al Lido di Fermo che, dopo la prima di venerdì, ha replicato ieri sera dal palco allestito sulla spiaggia di Casabianca. Ma gli «econazisti», come li ha definiti Jovanotti, tornano all’attacco. «E’ una sconfitta per tutti – dice Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche – quando si arriva a quel tipo di affermazioni vuol dire rifiutare il dialogo». In realtà ha vinto Jovanotti, perché sulla base della grande legge dello spettacolo: the show must go on. 

 
L’attacco
«Ha vinto lui perché ha distrutto una duna costiera, un ambiente delicatissimo come pochi in Italia» replica Stefano Quevedo, referente territoriale di Lipu Marche. Il comitato Tag Costa Mare, che racchiude 15 sigle di associazioni ambientaliste, si è battuto fin da subito, senza esiti positivi, per far traslocare in un altro luogo il Beach party. «Abbiamo fatto due diffide – spiega il responsabile tecnico scientifico di Marche Rifiuti Zero, Marco Cervellini – senza mai tirare in ballo il valore dell’artista. Mentre lui sembra averla presa sul personale». Tanto che esausto dalla diatriba scaturita, Jovanotti si è lanciato nella creazione di un neologismo per definire gli oppositori del Beach Party degli «econazisti».

«E’ chiaramente frutto di un esaurimento – incalza Cervellini – segno della misura colma che l’ha portato a generare quella parola terribile». Nervi a fior di pelle, a quanto pare. «Per noi il nazismo è ben altro» ribatte il referente della Lipu. «Difficile dare una spiegazione a questo termine che arriva da una persona che fa della parola articolata e profonda la componente principale dei suoi testi» replica Cervellini. Per gli ambientalisti il danno ambientale è elevatissimo. Soprattutto perché reiterato tre anni dopo il primo Jova Beach Party del 2019


Il danno ambientale


«C’è stato già un azzeramento dal punto di vista biotico – specifica il fondatore di Marche Rifiuti Zero -, il Comune ha ammesso l’impatto e ha fatto un progetto di recupero. Qui c’è un ecosistema distrutto, recuperato e ridistrutto su base politica, non scientifica». Infatti la vicenda intorno al Jova Beach Party ha radici lontane. Intanto: l’area interessata dall’evento è sottoposta a tutela del fratino (una particolare specie uccello che vive nelle aree umide) per ordinanza del sindaco Paolo Calcinaro. Ordinanza che addirittura vieta persino il normale calpestio dell’area. Ma nonostante tutte le limitazioni, arrivò l’ok alla prima edizione del Jova Beach Party. Evento di grande impatto, scenico e ambientale. Tanto che nei giorni successivi allo show è seguita un’imponente opera di restauro ambientale per favorire la ripresa della vegetazione dunale. E quando sembrava un’esperienza ormai archiviata, ecco che Calcinaro dà il via libera al bis, tre anni dopo. Il Tag Costa Mare si è messo l’elmetto ed è andato in trincea. Non sapendo, però, di vestire l’uniforme degli «econazisti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico