Intrigo Pronto soccorso, secondo bando per il nuovo primario dopo l'annullamento del concorso

Intrigo Pronto soccorso, secondo bando per il nuovo primario dopo l'annullamento del concorso
ANCONA - Da una parte la fredda cronaca; dall’altra il retroscena dal sapore decisamente politico. Il nodo del contendere è il concorso dei veleni per la nomina del...

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ANCONA - Da una parte la fredda cronaca; dall’altra il retroscena dal sapore decisamente politico. Il nodo del contendere è il concorso dei veleni per la nomina del primario di Pronto soccorso e Obi (Osservazione breve intensiva) dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche finito nella bufera. Partiamo dalla cronaca. Come annunciato la scorsa settimana dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, è stata revocata la procedura partita a luglio 2022 e, con determina 178 del 16 marzo, Torrette ha emanato una nuova selezione pubblica per individuare - nel giro di un mese - la figura che andrà a guidare il front office del «miglior ospedale pubblico d’Italia» (copyright dell’Agenas). 

 


Le motivazioni


Ma sono le motivazioni messe nero su bianco nel documento istruttorio a dare la chiave di lettura sulle ragioni del dietrofront. Riavvolgiamo il nastro. Alla deadline del 22 settembre posta alla selezione ora revocata, avevano presentato domanda 5 candidati, tra cui l’attuale primaria facente funzione del Ps di Torrette Susanna Contucci e il primario del Ps di Macerata Emanuele Rossi, dati come i più papabili per il posto. Ma a corsa già iniziata, si è deciso di tirare il freno a mano: perché? Della rosa di nomi arrivata sui tavoli, nessuno andava bene? Neanche chi quel Pronto soccorso lo dirige con successo da due anni (Contucci) o chi ci ha già lavorato, salvo poi andarsene nel 2016 trovando asilo a Macerata (Rossi)? Due profili che, almeno per curriculum, sembrerebbero più che all’altezza del compito. Quasi ideali.


L’inversione a U


Per decidere di fare un’inversione a U e tornare alla griglia di partenza, tanto più in una nomina di questa rilevanza per le vite delle persone, ci deve essere quindi una spiegazione decisamente valida (che noi non scorgiamo). Prova a darla la triade alla guida di Torrette, capitanata dal dg Armando Gozzini, partendo dalla Legge regionale 19 che ha riorganizzato il Sistema sanitario. Una riforma che, si legge nella determina di Torrette, «ridefinisce ed accentua il ruolo strategico di questa azienda nel panorama regionale». Da inizio febbraio, le redini dell’ospedale sono passate a Gozzini, che quella riforma aveva messo in piedi da dirigente del Dipartimento Salute della Regione e che, il 15 marzo, ha comunicato, «la necessità di riconsiderare il profilo oggettivo e soggettivo del dirigente da incaricare (quale primario del Ps, ndr) per renderlo più rispondente alle esigenze del sistema». 

 

La scelta


Motivazione a cui si aggiunge quella già spiegata da Saltamartini nell’aula del Consiglio regionale la scorsa settimana, ovvero l’emanazione, ad agosto, della Legge nazionale che prevede anche una commissione valutatrice che tenga conto della parità di genere. Considerando che la commissione non era ancora stata nominata, questa motivazione non pare molto centrata, per usare un eufemismo. E dunque il faro si sposta sull’altra: il «profilo oggettivo e soggettivo del dirigente». Gozzini&C. specificano che la revoca del precedente concorso «non comporta alcun pregiudizio per i candidati che hanno presentato domanda e che potranno ripresentarla in relazione al nuovo avviso». Ma se quei profili fossero stati considerati adeguati, non si capirebbe il perché della decisione di indire un nuovo bando. I margini per procedere con la nomina ci sarebbero comunque stati. Dunque la domanda sorge spontanea: a chi appartiene questo «profilo più rispondete alle esigenze del sistema»?  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico