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ANCONA - «Un testo pieno di incognite e incertezze, che rischia di rallentare se non addirittura di bloccare l’attività edilizia nella nostra regione». Non usa giri di parole il presidente di Ance Marche Stefano Violoni, che dando voce alla categoria dei costruttori, mira ad alzo zero sulla legge urbanistica approvata a maggioranza in Consiglio regionale lo scorso martedì, dopo un dibattito-maratona andato avanti per cinque sedute.
Le resistenze
Una legge definita «epocale» dal governatore Francesco Acquaroli e dall’assessore all’Urbanistica Stefano Aguzzi.
Riavvolgendo il nastro agli scorsi mesi, Violoni ricorda come «un segnale in questa direzione, ci fosse già arrivato: solo a luglio abbiamo avuto la possibilità di confrontarci su un testo ancora incompleto e totalmente stravolto rispetto alla prima versione. Il risultato finale è ora davanti a tutti». La bocciatura senza appello. Poi scende nel dettaglio: «È difficile comprendere - spiega Violoni - come, nelle Marche, si realizzerà il progetto di bilancio nullo di consumo suolo con una disciplina che, da un lato, non impone obblighi e, dall’altro, favorisce poco o per nulla la rigenerazione urbana».
Il paradosso
Secondo i costruttori di Ance Marche, ciò che andava strutturato, invece, era un sistema di incentivi in grado di rendere il recupero dell’esistente più conveniente rispetto al costruire ex-novo. Inoltre, se i Pug (i piani urbanistici dei comuni) potranno prevedere il consumo di suolo per nuove infrastrutture «solo nei casi in cui non sia possibile procedere alla riorganizzazione di quelle esistenti e solo rinaturalizzando il suolo consumato, come sarà possibile realizzare l’arretramento della ferrovia o il potenziamento dell’A14?». Domande lecite.
Martina Marinangeli
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Corriere Adriatico