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ANCONA - Al motto “non sarà il fato, ma saranno le scelte a far ripartire le Marche”, Marco Ferracuti passa, a larga maggioranza, la prova del voto. È la prima volta che un’espressione della Cisl maceratese assume la guida regionale. Nella suggestione della baia di Portonovo il parlamentino dell’organizzazione sindacale, 130 elettori che danno voce ai 155mila iscritti, consegna il testimone a colui che fin da giovanissimo ha fatto della tutela dei diritti dei lavoratori una missione.
Il manifesto
Di fronte al leader nazionale Luigi Sbarra e ai quattro segretari generali che l’hanno preceduto - Marco Luchetti, Giovanni Serpilli, Stefano Mastrovincenzo e Sauro Rossi - il neo-eletto s’appella all’unità d’intenti: «Mandiamo un messaggio forte e chiaro alla giunta Acquaroli: siamo tifosi delle Marche, indipendentemente da chi le amministra».
Motiva la squadra, con la veemenza dei numeri: «Abbiamo appena chiuso il tesseramento, registrando un incremento di 2.700 iscritti tra lavoratori e lavoratrici». Invoca l’innovazione: «Dobbiamo tenere insieme digitalizzazione del sistema produttivo, per aumentare produttività e competitività, sostenibilità ambientale e qualità della vita». Il denominatore comune passa per un filtro di pura umanità: «Lo sviluppo sia a trazione sociale, per promuovere lavoro buono e dignitoso». Ripassa dal via: «Serve il coraggio delle scelte». Le fondamenta, ricorda, sono solide e garantite: «I prossimi anni avremo a disposizione Pnrr, Fondi europei e quelli di coesione». Ma guai a perpetuare la consuetudine delle erogazioni a pioggia. «Va migliorata - è la sua incitazione - la capacità di spendere con efficacia, investendo dove serve e dove si generano benefici concreti». I timori, li concentra su welfare&sanità. «La legge regionale 19 del 2022 - rammenta - ha rivoluzionato gli assetti istituzionali in un meccanismo che si stava riorganizzando dopo il caos della pandemia».
La riforma
Con amarezza si è confermato quanto previsto: «I tempi della riforma si sono allungati, paralizzando un ambito già in grave difficoltà». Le liste d’attesa che si dilatano, il flusso inarrestabile della mobilità passiva per compensare le prestazioni fuori-regione ne sono la prova. S’impegna: «La salute è un bene troppo importante, faremo il possibile per tutelarlo». Niente fughe in avanti, sacrificando il confronto al consenso. «In questi due anni la Giunta regionale pur di fare in fretta si è mossa in modo poco coerente e proficuo, non ascoltando nessuno». Sventola il suo vessillo: «Come Cisl, insisteremo per aprire varchi di dialogo». Si apre l’era Ferracuti.
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Corriere Adriatico