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Sette condanne definitive, per oltre 50 anni di carcere, per associazione mafiosa nel centro Italia: finiscono dietro le sbarre i componenti del sodalizio che aveva messo le mani sulle Marche. Sono accusati di spaccio di stupefacenti, usura, traffico di armi ed estorsione ai danni di gestori di locali notturni e imprenditori
Sono stati sette gli ordini di carcerazione emessi dall’Ufficio esecuzioni della Procura Generale di Perugia a carico di altrettanti condannati, la cui pena totale da espiare è pari ad oltre cinquanta anni di carcere. I provvedimenti sono stati eseguiti negli ultimi tre giorni nelle città di Potenza Picena e Montelupone, nel maceratese, Mondolfo, Volterra, Viterbo, Pesaro e Parma.
Gli arrestati, tutti di nazionalità italiana, facevano parte di un’unica associazione di stampo mafioso dedita a commettere vari delitti che vanno dallo spaccio di stupefacenti all’usura, fino all’estorsione ai danni di gestori di locali notturni e imprenditori. Questi ultimi venivano costretti dalla banda a pagare ingenti somme di denaro, dietro la minaccia di aggressioni fisiche, con l’ausilio di armi, o gravi danni ai locali da loro gestiti.
I fatti di cui sono accusati i sette arrestati sono stati commessi a partire dal 2009 nella riviera adriatica, tra Marche e Abruzzo, in particolare le zone di Recanati, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto, Fano, Castelfidardo, Martinsicuro.
Per le minacce la banda acquistava armi ed esplosivo che venivano ‘pagati’ con notevoli quantitativi di droga, perlopiù cocaina, come avvenuto nell’agosto di quattordici anni fa, quando furono scambiati dodici chilogrammi di esplosivo con un chilogrammo di droga.
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Corriere Adriatico