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ANCONA - È sul lavoro autonomo che la crisi causata dalla pandemia, ha fatto sentire più pesantemente i propri effetti. Su 16 mila posti di lavoro persi tra il 2019 e il 2021, ben 14 mila hanno riguardato il lavoro indipendente, che è passato da 159mila a 145mila occupati.
«Una situazione estremamente preoccupante - sottolinea Emanuele Pepa, presidente di Confartigianato Marche -: gli effetti della pandemia si sommano ora con le conseguenze della guerra in Ucraina, con i rincari di energia, carburanti e materie prime».
Gli occupati della nostra regione, secondo i dati Istat elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Marche, nel 2021 sono 617 mila, in crescita dello 0,8% rispetto al 2020 ma non hanno ancora recuperato i livelli pre-pandemia del 2019 (-2,5%). In crescita servizi (+4,7% vs. +0,5% Italia) e costruzioni (+4,6% vs. +7,7% Italia). Nelle Marche (dato di marzo) sono difficili da reperire 4 lavoratori su 10 (40,1% delle entrate previste), pari a 3.388 delle 8.450 entrate totali previste nel mese, ed in particolare sono difficili da reperire i due terzi (67,6%) degli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici. Ma le imprese faticano a trovare anche i conduttori di macchinari mobili e gli operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, abbigliamento e calzature.
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Corriere Adriatico