Istituto Storia Marche a rischio, il caso in consiglio regionale. Mangialardi e Mastrovincenzo (Pd): «Dall'assessore vaghe promesse»

Istituto Storia Marche a rischio, il caso in consiglio regionale. Mangialardi e Mastrovincenzo (Pd): «Dall'assessore vaghe promesse»
ANCONA - Il futuro dell’Istituto Storia Marche resta nell'incertezza: l'assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi durante il Consiglio si è...

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ANCONA - Il futuro dell’Istituto Storia Marche resta nell'incertezza: l'assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi durante il Consiglio si è impegnata per lo stanziamento di un contributo a favore dell'ente alla prossima variazione di bilancio, ma il Partito democratico giudica vaga la risposta alle interrogazioni presentate dal capogruppo del Pdco Maurizio Mangialardi e dal consigliere Antonio Mastrovincenzo, sottoscritte da tutti i consiglieri dem.

A rischio il futuro dell'Istituto di Storia delle Marche

«Faccio mie - afferma Mangialardi - le parole del presidente dell’Istituto Storia Marche Franco Amatori: è avvilente dover chiedere di volta in volta contributi, che peraltro sono davvero pochi spiccioli nell’ambito di un bilancio regionale, per mantenere in vita una delle istituzioni culturali più importanti del nostro territorio. Un'importanza testimoniata anche dalle oltre 11 mila firme raccolte dalla petizione lanciata dalla professoressa Carla Marcellini. Ci saremmo aspettati maggiore chiarezza da parte della giunta, invece il futuro dell’Istituto resta avvolto da un manto di indeterminatezza».

Mangialardi e Mastrovincenzo (Pd): «Un patrimonio bibliotecario di inestimabile valore»

Amarezza anche nelle parole del consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo: «La giunta regionale non se ne rende conto, ma le sue scelte di bilancio - mentre finanzia per decine e decine di migliaia di euro ruzzodromi e capodanni - mettono a rischio non solo la fruibilità, ma anche la sopravvivenza di un patrimonio bibliotecario e documentario di inestimabile valore, composto da oltre 36 mila volumi inventariati, catalogati, consultabili e per la maggior parte ammessi al prestito, un’emeroteca con oltre 2 mila testate di periodici locali e nazionali, e un archivio storico composto da circa 1500 fascicoli appartenenti a fondi depositati o donati da privati cittadini, da enti e istituzioni pubbliche e private. Se ciò dovesse accadere, significherebbe arrecare un danno incalcolabile alla cultura della nostra regione».

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Corriere Adriatico