ANCONA - «Finora non sono giunti alla Regione atti o segnalazioni» in merito all'inchiesta della Procura di Ancona sugli appalti sanitari, con nove indagati,...
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I dirigenti coinvolti nell'inchiesta - ha aggiunto Ceriscioli «non ricoprono più gli incarichi che avevano all'epoca dei fatti» e quindi «non ci sono attività connesse a rapporti che possono entrare nell'inchiesta». Al centro dell'inchiesta c'è «un contratto per un appalto da 12 milioni di euro alla Medilife spa per un centro stampa per la documentazione cartacea dell'Asur dal 2005 al 2015, prorogato dalla precedente amministrazione da febbraio a settembre.
Da allora la Regione non ha avuto più rapporti con l'azienda, «tranne il mancato rinnovo della proroga, dallo scorso settembre.
A seguito di questi colloqui, l'attuale direttore del servizio regionale salute ed ex direttore generale Asur Ciccarelli «ha deciso di prendere l'aspettativa». «È una questione delicata, che seguiamo con attenzione - ha rilevato Ceriscioli -, è giusto tenere un atteggiamento di grande cautela, che non vuol dire una condanna preventiva delle persone coinvolte».
Nell'inchiesta sugli appalti sanitari condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Ancona, ha detto ancora Ceriscioli, c'è anche «una vicenda a latere su contributo per la campagna elettorale. Si è parlato della campagna elettorale del presidente, ma poi si è chiarito che si trattava probabilmente di un contributo al Pd».
Infine, Ceriscioli ha ribadito la «massima fiducia nell'attività della magistratura, è nell'interesse della Regione che questa vicenda venga chiarita per passare da provvedimenti di natura cautelativa a iniziative definitive». Il presidente della giunta ha assicurato «massima collaborazione da parte nell'ente, sicuri che la chiarezza aiuterà tutti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico