Vola l'export delle Marche, capace di resistere a pandemia e guerra

Vola l'export delle Marche, capace di resistere a pandemia e guerra
ANCONA - Prima la pandemia, con i suoi lockdown e le frontiere chiuse. Poi la guerra alle porte dell’Europa, capace di innescare rincari vertiginosi dell’energia e...

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ANCONA - Prima la pandemia, con i suoi lockdown e le frontiere chiuse. Poi la guerra alle porte dell’Europa, capace di innescare rincari vertiginosi dell’energia e limitare i commerci con le sanzioni alla Russia. Eppure le imprese marchigiane con vocazione all’export non si sono fatte spiazzare dal doppio incontro con il “Cigno nero”, metafora che anche in economia indica un evento talmente inatteso da ribaltare lo scenario.

 

Anzi, nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni dei distretti marchigiani - secondo il Monitor dei Distretti Industriali delle Marche realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo - hanno raggiunto un valore di 3,5 miliardi di euro, con un +20,1% rispetto allo stesso periodo del 2021 e del 13,1% sui primi nove mesi del 2019.

La contrazione

E hanno rialzato la testa distretti come quello fermano delle calzatura e quello dell’abbigliamento, che sembravano destinati a pagare dazi pesantissimi per l’effetto guerra. Il sistema moda nel complesso prima dell’attacco all’Ucraina di un anno fa fatturava oltre il 40% dell’export verso la Russia e solo le calzature rappresentano un terzo di tutte le merci che indirizziamo a quel mercato, attratto da abiti e calzature di alta gamma. Invece, benché si siano registrate contrazioni dell’export marchigiano verso Russia (ottavo mercato, -45 milioni di euro) e Ucraina (-14 milioni), proprio i distretti del sistema moda marchigiano nel gennaio-settembre 2022 sono in crescita del 33% rispetto allo stesso periodo 2022, meglio della media del sistema moda italiano (+20%) e in pieno recupero sui livelli dei primi nove mesi del 2019 (+7,1%), prima che il Covid sconvolgesse i mercati.
Le Calzature di Fermo, primo distretto per export delle Marche con quasi 1,3 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2022, ha registrato una crescita tendenziale del 34,1%, colmando ampiamente anche il gap rispetto ai livelli pre-pandemici (+8,8%). «Il contributo maggiore è giunto dalla Cina - si legge nel report di banca Intesa Sanpaolo - paese verso il quale si registra un vero e proprio balzo delle vendite (+135%), probabilmente sostenuto anche da un accordo di cooperazione tra distretti e imprese calzaturiere delle Marche e della regione del Sichuan, firmato a metà giugno 2021, che prevedeva un aiuto alle imprese del distretto a penetrare il mercato cinese».


Stessa dinamica per l’Abbigliamento marchigiano, che segna un +27,8% rispetto allo stesso arco temporale del 2021 e del 7,2% sul 2019. Nel terzo trimestre dell’anno scorso l’export distrettuale regionale ha registrato un aumento tendenziale del 21,6%, contro la media di +14% dei distretti italiani, facendo segnare il settimo trimestre di aumento consecutivo. Dall’analisi distretto per distretto emerge un quadro complessivo brillante. Sono in crescita tutti i novi distretti marchigiani rispetto ai livelli di export di gennaio-settembre 2021, compresi quelli tra i più energivori come il Cartario di Fabriano, e quasi tutti (tranne Pelletterie di Tolentino, che segna un gap del 4,1%) sono riusciti a superare i livelli pre Covid. Aumenti significativi dei flussi si sono registrati soprattutto verso Stati Uniti, Cina, Francia, Germania e Regno Unito. E per il futuro? L’export dei distretti dovrebbe aver mantenuto un buon ritmo di crescita anche nei mesi autunnali, almeno dalle prime indicazioni che emergono dai dati di commercio estero senza la disaggregazione territoriale. A inizio 2023 le vendite estere distrettuali «sono attese sperimentare un rallentamento - spiega il report - in un quadro di domanda mondiale meno favorevole». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico