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Ormai è piena emergenza nelle Marche. L'allarme siccità si è spostato anche nel Centro Italia, coinvolgendo pienamente le Marche, dove ormai si rischia il razionamento degli approvvigionamenti idrici: a soffrire maggiormente sono le zone di Ascoli Piceno e Fermo, in condizione di siccità estrema per la perdurante assenza dell'80% delle piogge; i volumi d'acqua, trattenuti negli invasi, calano di 1 milione di metri cubi a settimana per riuscire a dissetare le campagne e tutti i fiumi hanno portate inferiori alle annate scorse (record storico negativo per il livello del Sentino: - 38 centimetri).
L'allarme dell'Anbi
Così l'Osservatorio Anbi Risorse Idriche che ha fatto il punto sulla condizione di siccità di queste settimane. In Toscana «(il 90% del territorio è in una condizione di siccità estrema) non si ferma la riduzione delle già esigue portate dei fiumi: il Bisenzio è quasi azzerato (0,30 metri cubi al secondo contro una media di mc/sec 2,42) e l'Ombrone è oramai trasformato in un rigagnolo da 500 litri al secondo, quando il Deflusso Minimo Vitale è indicato in mc/sec 2 (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
I fiumi ormai in secca
Nelle Marche i fiumi maggiori sono in secca: dall'Esino al Metauro, dall'Esino al Chienti. Sono questi i corsi d'acqua sorvegliati speciali. In Campania, continua Anbi, «tutti i fiumi sono in deficit rispetto allo scorso anno (portata odierna del Liri-Garigliano: mc/sec 36; nel 2021: mc/sec 100), mentre in Abruzzo è la zona di Chieti a soffrire maggiormente per la mancanza d'acqua». A proposito di bilanci idrici, «risalendo al Nord, è di ben 2527 milioni di metri cubi, il volume idrico necessario al lago Maggiore per tornare in media, nonostante il suo livello sia cresciuto di quasi 12 centimetri in 7 giorni. Gli altri, grandi bacini settentrionali sono tutti in calo ed abbondantemente sotto media con il Lario, che registra addirittura solo l'11,2% del riempimento. Sconcertante è il confronto con i volumi invasati negli anni scorsi: in questo periodo, lo scioglimento delle nevi provocava un picco, mentre quest'anno i laghi, privi di apporti nivali, si stanno svuotando».
«Crisi idrica profonda»
È situazione di «crisi idrica profonda in Emilia-Romagna, dove le portate dei fiumi continuano a scendere (Reno con mc/sec 0,1 ed Enza con mc/sec 1,1 segnano il minimo storico) e l'80% della regione pare destinato ad entrare in zona rossa entro un paio di settimane (accadde già nel 1990). Situazione di deficit costante per i fiumi veneti con l'unica eccezione del Piave; sono al minimo le altezze idrometriche di Adige (dal 2014) e Livenza (dal 2017). Infine, nel vicino Friuli Venezia Giulia sono stati necessari rilasci dal bacino dell'Ambiesta per rimpinguare il fiume Tagliamento, mentre il razionamento irriguo è in atto in alcune zone centrali a causa delle falde troppo basse»
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