Bankitalia: «Piccole e media imprese, 4 imprenditori su 10 non conoscono la finanza ma serve per crescere»

Bankitalia: «Piccole e media imprese, 4 imprenditori su 10 non conoscono la finanza, ma serve per crescere»
ANCONA - Nelle piccole e medie imprese meno di quattro imprenditori su dieci hanno competenze finanziarie minime. Un dato critico che non può essere trascurato in una...

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ANCONA - Nelle piccole e medie imprese meno di quattro imprenditori su dieci hanno competenze finanziarie minime. Un dato critico che non può essere trascurato in una regione che ha proprio nelle Pmi la sua ossatura. A fornire una «cassetta degli attrezzi per fare impresa» attraverso la «cultura finanziaria» è Banca d’Italia, che ha fatto tappa nelle Marche - ieri ad Ancona e oggi a Macerata - durante il tour “In viaggio” per lo Stivale. Una serie di incontri e convegni per illustrare alle aziende del territorio le potenzialità della finanza per far crescere l’economia nel suo complesso.

 

Ieri alle Muse, nel capoluogo regionale, la prima tavola rotonda declinata sul tema. Ad aprire il giro degli interventi sono stati Maurizio Cannistraro, direttore della sede di Ancona della Banca d’Italia, e il sindaco dorico Daniele Silvetti, che ha fatto notare come «le imprese artigiane siano diminuite di circa il 20%, ma la frontiera è fornire agli imprenditori strumenti e supporto»; Come quelli della finanza, appunto. Ma anche risorse ad hoc, come quelle erogate dalla Regione attraverso i Fondi europei e ricordate dall’assessore al Bilancio Goffredo Brandoni, «a cui si aggiungono i 532 milioni di euro dell’Accordo di coesione tra il Governo e la Regione». 

Il trend

Nella tavola rotonda che è seguita, si è parlato innanzitutto di come fare impresa in questo momento di tassi alti, con Pietro Alessandrini, professore emerito di Politica economica dell’Università Politecnica delle Marche, che ha spiegato come «ci sia stato un passaggio tra la deflazione e l’inflazione attuale, una vera e propria malattia». E i contraccolpi li stiamo accusando tutti. A maggior ragione nelle Marche, «territorio che ha affrontato numerose calamità - osserva Alfredo Bardozzetti, capo divisione Aret della sede dorica di Bankitalia -: terremoti, alluvioni e crisi di gradi imprese. Ma ha retto a tutti questi colpi». La voce delle imprese è stata portata da Paola Bichisecchi, direttrice generale di Confindustria Marche, che ha ricordato come la crescita post pandemica sia stata davvero molto positiva, «ma ora si sta vivendo una fase di rallentamento. Le imprese oggi accedono al credito più per il fabbisogno della gestione, con un costo per le aziende che sale di 10 miliardi di euro». 


Un contesto che non scoraggia però grandi imprenditori marchigiani come Enrico Loccioni: «Il nostro Gruppo è un vivaio di talenti ed è una scuola anche professionale, perché molti dei suoi dipendenti si sono messi in proprio, grazie allo sviluppo dell’imprenditorialità come forma mentis». Del mondo delle start up ha parlato Lucio Ciabattoni, chief executive officer di Revolt, che start up non lo è più da 6 mesi, «ma nel 92% dei casi chiudono entro i 18 mesi». Le conclusioni a Riccardo De Bonis, capo del Servizio educazione finanziaria di Bankitalia. E oggi il tour si sposta al teatro Lauro Rossi di Macerata. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico