Il duro attacco di Alessia Morani: «Che imbarazzo questo Pd. Sceglie di autoconservarsi»

Alessia Morani
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ANCONA -  Il day after dell’assemblea regionale del Partito democratico ha i contorni di una domenica decisamente infuocata, accesa dalla sottosegretaria al Mit, Alessia Morani e sttoscritta dal consigliere regionale dem Antonio Mastrovincenzo. La Morani ci va giù pesante.

 

« Il gruppo dirigente del Pd nelle Marche ha scelto con un voto a larga maggioranza di autoconservarsi fino al prossimo congresso (che non è dato sapere quando si farà). La loro proposta rivoluzionaria di cambiamento è stata di allargare a qualche ingresso nuovo in segreteria regionale. Semplicemente imbarazzante: è un pò come pensare di chiudere un buco di 3 metri di diametro con un cerotto». L’esponente del Pd al governo insiste: In qualunque partito dopo una colossale sconfitta elettorale come quella subita a settembre, come minimo, chi ha responsabilità politiche si dimette, fa spazio ad altri come hanno fatto, tra l’altro, tutti i segretari nazionali del Pd da Veltroni a Renzi dopo elezioni andate male. Nelle Marche, invece, si continua come se niente fosse e alla fine solo Ceriscioli si è assunto una responsabilità».

Sulla stessa linea Antonio Mastrovincenzo, dopo l’assemblea regionale che ha visto approvare la proposta del segretario regionale dimissionario, Giovanni Gostoli, di formare una segreteria costituente con 48 voti e solo 8 contrari: « Il segretario dimissionario si è auto-proposto di guidare il partito insieme alla sua segreteria anche nei prossimi mesi, traghettandolo al Congresso che, vista l’emergenza pandemica,non si svolgerà prima di giugno del prossimo anno. Gli elettori ci hanno mandato un messaggio chiaro, una richiesta di cambiamento vero . Continuare ad ignorarlo è gravissimo e incomprensibile». Fa calare il sipario sulla polemica il vice segretario regionale, Fabiano Alessandrini: «L’assemblea regionale del Pd ha segnato un passaggio importante per l’inizio del processo di ricostruzione del partito delle Marche, dando il via ad una stagione costituente di radicale apertura».



Diverse per Alessandrini, erano le insidie a cui far fronte: «Una di queste il tentativo di un processo sommario al segretario regionale in carica al quale addossare tutte le responsabilità ed impedire così una analisi più profonda di ciò che è stato per anni. Per fare questo si è addirittura invocato un “commissariamento” da Roma, senza alcun fondamento e in spregio all’autonomia del partito marchigiano ». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico