Marche, dieci milioni a Carima dalla società di revisione per il via libera ai bilanci

Dieci milioni a Carima dalla società di revisione per il via libera ai bilanci
MACERATA Diciotto milioni di euro versati dalla società di revisione dei conti PwC per transare con le Fondazioni detentrici del (poi rivelatosi tale) “pacco”...

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MACERATA Diciotto milioni di euro versati dalla società di revisione dei conti PwC per transare con le Fondazioni detentrici del (poi rivelatosi tale) “pacco” azionario della ex Banca Marche. Negli anni passati avevano accettato un’offerta le Fondazioni di Jesi (poco meno di tre milioni di euro) e di Pesaro (cinque), nei giorni scorsi la PricewaterhouseCoopers (PwC), all’epoca società di revisione della Banca delle Marche ha posto fine anche con Fondazione Carima ad un contenzioso durato circa 8 anni.

 


Il contenzioso civile

La società di revisione contabile, è bene chiarirlo, non è stata coinvolta nel processo penale per la bancarotta dell’istituto di credito che lunedì ha portato alla condanna in primo grado dell’ex direttore generale Massimo Bianconi (10 anni e 6 mesi) e di altri cinque ex amministratori. Ma con i PwC c’era aperta comunque una partita che rischiava di impegnare ancora a lungo i tribunali civili. Da ricordare che nel 2014 la Fondazione Carima, guidata dalla presidente Rosaria Del Balzo Ruiti e ulteriori 50 azionisti privati - che si unirono ad essa - citarono in giudizio in giudizio la PwC chiedendone la condanna al risarcimento del danno subito in conseguenza della diminuzione di valore e poi dell’annullamento delle azioni sottoscritte in occasione dell’aumento di capitale sociale perfezionatosi a marzo del 2012.
«L’azione risarcitoria, patrocinata dall’avvocato Roberto Pozzi al Tribunale di Milano, si fondava sul presupposto - rileva la Carima - che la Fondazione e i piccoli azionisti non erano a conoscenza della reale situazione di Banca Marche avendo fatto affidamento sui documenti pubblici (bilanci e prospetto informativo) certificati senza rilievi dalla società di revisione, che nel complesso dipingevano una realtà molto solida sotto il profilo patrimoniale ed economico». In realtà le vicende che si susseguirono dal secondo semestre 2012 «misero in luce una situazione ben diversa con significative perdite su crediti che denotavano una politica di concessione del credito “poco accorta”. Infatti, il bilancio dello stesso anno si chiuse con una perdita di oltre mezzo miliardo di euro».

Adesso arriva la transazione da dieci milioni. «Un risultato sicuramente positivo per la Carima - rileva la Fondazione guidata dalla presidente Rosaria Ruiti Del Balzo - a maggior ragione se si considera che la Fondazione ha ottenuto una somma superiore a quella conseguita da altri azionisti che hanno definito le controversie». La Carima ha ottenuto 10 milioni a fronte dei 40 che erano stati versati in occasione dell’aumento di capitale, le altre due Fondazioni (Jesi e Pesaro) hanno chiuso la vertenza con un risarcimento complessivo di meno di 8 milioni, pur avendo versato di più rispetto alla Carima, il cui presidente dell’epoca Franco Gazzani aveva bloccato tutto una volta avute le relazioni negative dei consiglieri appena nominati nel Cda di Banca Marche. «Dal canto suo la PwC - precisa la Fondazione - ha sempre negato, sia nel giudizio che alla definizione degli accordi transattivi, ogni coinvolgimento e responsabilità per i fatti oggetto della causa risarcitoria».

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Corriere Adriatico