Covid, nelle Marche non si vaccina più nessuno e le scorte vanno in scadenza

Da inizio anno somministrate solo 12.221 dosi, ad aprile appena 116. All’Inrca una giacenza di circa 294mila

Covid, nelle Marche non si vaccina più nessuno e le scorte vanno in scadenza
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ANCONA - Ricordate il vaccino, quel siero per il quale dal 27 dicembre 2020 ci siamo periodicamente messi in coda, nei padiglioni con il simbolo dell’Italia che rinasce con un fiore, aspettando anche per ore l’iniezione che ci proteggesse dal Coronavirus? Roba d’altri tempi, a leggere gli ultimi dati del monitoraggio quotidiano sulla campagna vaccinale anti-Covid dell’Osservatorio epidemiologico regionale. diretto dal dottor Marco Pompili. Nelle prime tre settimane di aprile nelle Marche sono state somministrate 116 dosi di vaccino anti-Covid, con 75 secondi richiami.

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Over 60 a rischio


E non si proteggono più dal virus Sars-Cov-2 nemmeno gli ultrasessantenni, la categoria più a rischio: appena in 56 ad aprile si sono iniettati una dose, come riferiscono i dati aggiornati a venerdì scorso. Dall’inizio dell’anno il totale delle vaccinazioni nella nostra regione è stato di 12.221 dosi, molto meno di quelle somministrate in una giornata tipo della fase calda della campagna vaccinale, quando la media era di 15mila iniezioni quotidiane, con un picco di 19.618 toccato il 12 gennaio 2022. Un’altra epoca, rispetto a quella che viviamo ora, di diffusione virale a bassissima intensità, per quanto largamente sottostimata.


I nuovi contagi registrati nelle Marche, seppur in leggero rialzo nelle ultime due settimane, restano davvero contenuti: 478 casi di positività diagnosticati nel periodo 15-21 aprile, su 2.022 tamponi testati, e soprattutto ricoveri per Covid ancora in calo, scesi da 24 a 20 rispetto alla settimana precedente. Anche per i decessi correlati all’epidemia (due nell’ultimo monitoraggio settimanale) la curva si è praticamente appiattita.


In una situazione del genere i richiami degli esperti a vaccinare con i richiami quanto meno la popolazione anziana («L’incontro con il Covid può comunque accorciargli le aspettative di vita», aveva ricordato nostro giornale due mesi fa il virologo Stefano Menzo) non hanno più la presa di una volta. Sono poco più di 140mila i marchigiani che hanno completato l’intero ciclo vaccinale con 4 dosi, mentre erano stati 965.814 i vaccinati con terza dose, 1.179.072 quelli con la seconda (primo richiamo) e 1.255.267 quelli con prima dose. E siamo mediamente più scoperti che nel resto d’Italia. Nella nostra regione il tasso di copertura vaccinale con quarta dose, secondo l’ultimo report della Fondazione Gimbe, è del 23,5%, molto indietro rispetto alla media nazionale (31,4%). Così restano praticamente intatte le scorte che, previdentemente, erano state accumulate nelle Marche in vista delle campagne di richiamo. Al primo marzo scorso risultavano in carico al centro di stoccaggio dell’Inrca di Ancona - l’hub di riferimento per l’intera regione - 34.218 flaconi divisi in 12 lotti diversi (soprattutto di marca Pfizer, ma anche Moderna e Sanofi) per un totale 294.740 dosi.


La termodistruzione


Da allora nelle Marche sono state somministrate appena 679 dosi. Ne resterebbero dunque - a meno di lotti nel frattempo dirottati verso altre regioni, di cui però non si ha notizia - 294.061 dosi, con scadenze via via più vicine a seconda dei lotti, a meno che nel frattempo non siano arrivate delle proroghe in extremis. Il primo lotto - lo Spikevax Omicron 1 di Moderna, originariamente di 15.780 dosi, al netto delle poche utilizzate dal primo marzo - è scaduto domenica scorsa. Fino a ieri, i vaccini non erano stati ancora avviati alla termodistruzione, ma il rischio che vadano al macero è concreto e riguarda, entro la fine di questa settimana, anche due lotti Pfizer, che al primo marzo contavano 23.400 e 5.850 dosi. Sarebbe uno spreco. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico