Cesetti e la riforma della polizia locale: «Vigili in prima linea, è tempo di cambiare». Ma è sempre vivo il rebus delle pistole

Cesetti e la riforma della polizia locale: «Vigili in prima linea, è tempo di cambiare». Ma è sempre vivo il rebus delle pistole
ANCONA  - Una riforma strutturale della Polizia locale per garantire la sicurezza e fronteggiare le forme di microcriminalità ed inciviltà che si registrano...

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ANCONA  - Una riforma strutturale della Polizia locale per garantire la sicurezza e fronteggiare le forme di microcriminalità ed inciviltà che si registrano nelle città marchigiane. È con queste finalità che nasce la proposta di legge depositata dal Pd - con il consigliere regionale Fabrizio Cesetti come primo firmatario - ed incardinata in commissione Affari istituzionali. Tradizionalmente considerato un tema caro al centrodestra - con Lega e Fdi che da tempo chiedono di dotare i vigili urbani del taser - questa volta è il centrosinistra ad accendere i proiettori sulla sicurezza e, benché, nella pdl non se ne faccia cenno, Cesetti si dice d’accordo sull’idea di equipaggiare la polizia locale con armi. 

 

 


I Comuni sinora hanno deciso in ordine sparso. Diversi capoluoghi, come Ancona o Ascoli, hanno scelto di non fornire le pistole ai vigili. Civitanova ha deliberato nei mesi scorsi. «La Polizia locale ha anche funzioni di sicurezza pubblica – spiega Cesetti – dunque il taser è il minimo, ma si può anche ipotizzare di dare in dotazione la pistola. La questione armi non è volutamente presente nella pdl perché è una proposta aperta all’auspicabile contributo di tutte le forze politiche e, soprattutto, al personale di polizia locale, di cui si chiederà l’audizione in commissione. A mio avviso è ovvio che sia necessario dotare il corpo di Polizia locale dell’equipaggiamento adeguato. Altrettanto chiaro è che vadano create le condizioni per cui le armi siano usate da un Corpo altamente preparato ed adeguatamente formato».

Ed in questo senso, l’articolato, che va a modificare la legge vigente in materia datata 2014, propone la centralizzazione delle procedure di accesso al ruolo attraverso corsi-concorso di livello regionale per reclutare personale altamente qualificato e con risparmio di risorse. Una misura che si compone di un percorso formativo a cui i candidati verranno ammessi, previa selezione, e che si concluderà con un esame finale abbinato alla valutazione dei titoli e di ulteriori prove di abilità volte ad accertare l’idoneità allo svolgimento di specifiche mansioni. «Ciò permetterà anche di ridurre i tempi per la copertura dei posti vacanti e soddisfare le esigenze temporanee dei Comuni con la possibilità di attingere alla graduatoria» spiega Cesetti. Vengono inoltre previste forme di coordinamento in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa mediante la promozione di accordi con lo Stato in materia di sicurezza delle città e del territorio regionale, e mediante accordi tra le autorità provinciali di pubblica sicurezza e gli enti locali. 


In aggiunta, la pdl contempla l’istituzione di un fondo per il finanziamento degli oneri di difesa che gli enti locali assumono nei procedimenti penali a carico degli agenti. La dotazione necessaria per il 2022 ammonterebbe a 50mila euro. «L’esigenza di una riforma strutturale della Polizia locale è molto sentita e la pdl va in questo senso – osserva Cesetti – Le modifiche che propongo, come il corso-concorso unico, sono già in vigore in Emilia Romagna. Puntiamo a creare un corpo di polizia regionale a servizio dei territori potenziando e qualificando ulteriormente la professionalità del personale, costantemente in prima linea nella prevenzione dei fenomeni di microcriminalità e nel contrasto ai reati commessi in ambito sociale, amministrativo, stradale e ambientale. Ma per raggiungere questo scopo serve che la legislazione regionale faccia un passo avanti. Ad oggi, sia il capoluogo regionale che l’intero territorio marchigiano, peraltro, sono sotto organico».

La pdl ha intanto incassato il plauso del commissario regionale del sindacato di categoria Sulpl, Miriam Palumbo, che il 23 febbraio ha inviato una mail al consigliere per esprimere apprezzamento per l’iniziativa, che «anche tra i colleghi ha suscitato molto entusiasmo». «L’agente municipale di oggi non è più il vigile urbano di una volta che aveva competenze strettamente legate alle attività amministrative e di e di controllo sulla strada del proprio Comune - afferma Michele Niger, Fp Cgil Pesaro - L’agente ha sempre più ruoli di competenze che dovrebbero svolgere altre forze dell’ordine Pertanto, urge una migliore definizione sennò non avrebbe senso di aver un corpo diverso sia nelle attività, sia nel compenso economico, sia alla fine anche dal punto di vista del trattamento previdenziale».

 

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Corriere Adriatico